Gli obiettivi di riciclo per i Rifiuti Solidi Urbani salgono al 65 per cento, la riduzione degli sprechi alimentari al 50 per cento e le discariche diventano sempre più marginali. Sono alcune delle novità contenute nel nuovo pacchetto di misure approvate da Consiglio, Commissione e Parlamento europeo, che sono state presentate in anteprima a Roma lo scorso 2 febbraio nel corso del convegno “Circular Economy, le direttive europee appena approvate” organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Gli obiettivi di riciclo avranno un incremento graduale: 55 per cento nel 2025, 60 nel 2030 e 65 nel 2035. Oggi siamo al 42 per cento. Per raggiungere il target del 2035 sarà necessario spingere la raccolta differenziata almeno fino al 75 per cento, oggi la media nazionale è del 52,5.
Lo smaltimento in discarica non dovrà superare il 10 per cento dei rifiuti urbani prodotti. Oggi in Italia la media è del 26 per cento, ma ci sono Regioni in forte ritardo: il Molise conferisce ancora il 90 per cento dei propri rifiuti in discarica, la Sicilia l’80, la Calabria il 58, l’Umbria il 57, le Marche il 49 e la Puglia il 48 per cento.
Va meglio per il nostro Paese con il riciclo degli imballaggi: si dovrà passare dall’attuale 67 al 70 per cento del totale degli imballaggi entro il 2030. Vediamo la situazione settore per settore: per gli imballaggi in legno oggi il riciclo è al 61 per cento a fronte di un obiettivo del 30; per quelli ferrosi l’obiettivo è dell’80 e oggi si è al 77,5; per l’alluminio l’obiettivo è del 60 per cento e si è già al 73; per gli imballaggi in vetro l’obiettivo è del 75 per cento e si è al 71,4; per gli imballaggi di carta si dovrà passare dall’attuale 80 all’85 per cento.
«Siamo alla vigilia di una nuova svolta», ha affermato il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi, «di più ampia portata di quella avviata con la riforma di oltre 20 anni fa, che ci ha fatto passare dalla discarica come sistema largamente prevalente di gestione dei rifiuti alla priorità del riciclo. Sarebbe bene preparare il recepimento delle nuove norme europee in materia di rifiuti e circular economy con un’ampia partecipazione».
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