Da dove veniamo? Questa domanda, ci accompagna dall’alba dei tempi.
E per quanto la scienza possa spingere sempre più in profondità la sua capacità di ricostruire la storia del mondo, non si arriva mai a capire esattamente come, quando e ovviamente perché tutto esiste.
Ci sarà sempre un livello di complessità successivo da studiare e comprendere, e illudersi di arrivare un giorno a risolvere il mistero è quantomeno molto ambizioso.
Proprio per questo motivo resta uno spazio di non conoscenza, che via via si fa sempre più piccolo, all’interno del quale si sviluppano le più svariate interpretazioni sull’origine delle cose.
Quando si tenta di mettere queste interpretazioni allo stesso livello delle teorie scientifiche, viene fuori un problema.
Di recente è uscito un interessante articolo sul Scientific American, in cui si sottolineava come il creazionismo, un movimento storicamente forte nel nord America, sta prendendo piede sempre di più anche in Europa.
Turchia, Paesi Scandinavi, Russia, Olanda, ospitano i creazionisti meglio organizzati, quelli che poi rischiano di acquistare un peso tale da avere voce in capitolo nel contesto politico. Gruppi che possono contare su ampi budget per promuovere il loro credo e creare campagne pubblicitarie spesso efficaci.
Il vero problema è che i creazionisti non promuovono solo un credo religioso, cercano piuttosto di mettere la loro, altrimenti legittima (ma non verificabile), visione delle cose, sullo stesso piano delle teorie scientifiche. In questo modo si va in contro a un rischio enorme: declassare la scienza a opinione.
Se vogliamo esempi di quanto possa essere pericoloso questo modo di porsi, ci basta guardare agli Stati Uniti, dove il movimento creazionista è ben radicato, e il 42% della popolazione crede che l’uomo sia stato creato 10.000 anni fa.
Proprio negli Stati Uniti, nei primi anni ’80 prese piede il libro “Of Pandas and People”, un testo che veniva proposto addirittura per l’insegnamento della biologia a scuola. In quel libro si sosteneva l’idea del disegno intelligente, una teoria che poggia su alcune supposizioni e non-evidenze. Esisterebbero strutture così complesse e ben progettate che sarebbero inspiegabili se non con l’intervento di un creatore. Chiaramente nessuna evidenza a sostegno, solo una certa abilità nell’inserirsi in quelle lacune di conoscenza di cui sopra.
Senza perdersi nei meandri del contenuto, dai quali difficilmente usciremmo, resta il fatto gravissimo del tentativo di paragonare un’interpretazione con una teoria scientifica.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando si può andare a cercare il sito dei testimoni di Geova, la compagine italiana creazionista più rilevante, dove è lampante il tentativo di dare un vestito scientifico a qualcosa di assolutamente diverso.
Contrapporre evoluzione e creazione è concettualmente sbagliato, sono due cose che viaggiano su piani completamente diversi e mantenere ben distinti gli ambiti gioverebbe a tutti.
Per noi è difficile anche solo immaginare quanti giri ha potuto fare la vita in 3.7 miliardi di anni, e quindi quanti tentativi ha avuto a disposizione la selezione naturale per portare la vita a quel livello di complessità che conosciamo oggi.
Illustrazione: Silvia Venturi
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