La protezione della fauna selvatica a rischio di estinzione ha ottenuto un importante risultato mercoledì 28 agosto, quando i Paesi impegnati a Ginevra nella XVIII Conferenza delle Parti hanno concordato misure di protezione maggiori e un commercio più sostenibile di animali e piante in tutto il mondo.
Alla sua ultima conferenza triennale, la CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione) ha rivisto le regole commerciali per dozzine di specie minacciate. La CITES è l’accordo internazionale tra governi con l’obiettivo di garantire che il commercio internazionale di esemplari di animali e di piante selvatici non ne minacci la sopravvivenza.
Nei suoi commenti conclusivi, il segretario generale della CITES, Ivonne Higuero, ha messo in guardia contro la compiacenza dei governi di fronte al commercio illegale collegato a bande criminali che operano online.
Rimane in vigore il divieto di commercio di avorio
David Shepherd Wildlife Foundation (DSWF), che ha partecipando attivamente alla Conferenza delle Parti, ha combattuto giorno e notte per influenzare la politica verso la salvaguardia di elefanti e altra flora e fauna.
DSWF ritiene che l’impatto del commercio sulle popolazioni selvatiche di elefanti debba essere valutati su base continentale e non in modo isolato.
Botswana, Sudafrica, Zimbabwe e Namibia hanno attualmente le “proprie” popolazioni di elefanti elencate in una categoria di protezione inferiore e meno rigorosa e stanno cercando di riaprire il commercio di avorio e vendere le proprie scorte. Anche lo Zambia vuole unirsi a questo gruppo di Paesi dell’Africa meridionale. Secondo DSWF e molti altri ambientalisti e biologi, come può una Convenzione istituita per proteggere le specie dagli impatti del commercio giustificare un sistema che consente diversi livelli di protezione a un elefante che migra attraverso i confini? Nello spazio di un giorno un elefante della Namibia può ritrovarsi in Angola e subirne le conseguenze. È un sistema che dovrebbe essere respinto e riformato.
Al termine dei lavori, la Conferenza di CITES ha respinto le proposte per consentire il commercio limitato di avorio dagli elefanti africani, il che significa che l’attuale divieto commerciale rimane in vigore.
Purtroppo, invece, per quanto riguarda i rinoceronti, le parti hanno convenuto di aumentare le quote per la caccia di rinoceronti neri maschi adulti, quasi raddoppiando l’attuale quota. Ma la proposta di commercio di corni di rinoceronte bianco dello Swaziland e di animali vivi e di trofei di caccia dalla Namibia è stata respinta con un voto.
La necessità di CITES
Si stima che ogni anno il commercio internazionale di specie selvatiche valga miliardi di dollari e includa centinaia di milioni di esemplari di piante e animali. Il commercio spazia da animali vivi e piante a una vasta gamma di prodotti derivati dalla fauna selvatica, compresi prodotti alimentari, pelletteria esotica, legname, souvenir e medicine. Molte delle specie di animali selvatici in commercio non sono in pericolo, ma l’esistenza di un accordo per garantire la sostenibilità del commercio è importante al fine di salvaguardare queste risorse per il futuro.
Poiché il commercio di animali e piante selvatici attraversa i confini tra i Paesi, lo sforzo per regolarlo richiede una cooperazione internazionale e la CITES è stata concepita nello spirito di tale cooperazione.