La città come una giungla. No, non ci riferiamo al traffico e alla lotta per il parcheggio, ma alle soluzioni per salvare il pianeta e renderlo più vivibile. Infatti, la scienza da sola non riesce a trovare le soluzioni ai problemi globali dell’umanità, specialmente se si guarda alle città dove, nel 2050, si concentreranno i 2/3 della popolazione mondiale. Molti scienziati sostengono che la Natura custodisce il segreto per progettare nuove aree urbane sostenibili e per adeguare quelle esistenti.
È l’obiettivo della biomimetica, lo studio dei processi biologici e biomeccanici della natura per il miglioramento delle attività umane. In 3,8 miliardi di anni di vita sulla Terra, la Natura ha imparato a non sprecare nulla: acqua, terra, carbonio, aria, tutto viene utilizzato e riutilizzato per sostenere le forme di vita. La tecnologia moderna deve studiare e saper trasformare queste soluzioni in strumenti per il miglioramento della qualità di vita dell’umanità.
Dalla mobilità agli eventi estremi, ecco esempi di soluzioni
Il settore dei trasporti, per la sua vastità e complessità, può imparare molto dai meccanismi naturali. L’architetto tedesco Max Schwitalla si è ispirato al più piccolo elemento della vita, la cellula, per progettare Flywheel, un modulo di trasporto senza guidatore, semplice, efficiente nell’utilizzo dello spazio e dell’energia, che si muove lungo un binario mobile. Come nelle cellule le proteine canale facilitano il passaggio di una specifica molecola – come fossero delle microscopiche rotaie – analogamente nel sistema di trasporto urbano Flywheel il modulo si aggancia a delle rotaie mobili, permettendo così un movimento spaziale e non lineare come quello delle attuali automobili.
Anche la protezione del suolo dai fenomeni meteorologici estremi può ispirarsi alle soluzioni naturali. Come fanno le montagne in India a resistere alle piogge monsoniche? Grazie a stratificazioni naturali di foglie, arbusti di sottobosco e detriti del suolo forestale, quando la goccia di pioggia arriva al terreno ha dissipato gran parte della sua energia urtando queste barriere e vi si posa gentilmente, permettendo un migliore assorbimento da parte del suolo.
Per le città soggette ad acquazzoni violenti, lo studio di architettura HOK di Culver City, in California, ha progettato un nuovo tipo di distretto cittadino dove la pioggia, prima di raggiungere il suolo, deve colpire tre diverse superfici. Non più una città senza più pareti lisce e rettilinee, dove l’acqua scorre senza ostacoli, ma un nuovo paesaggio urbano con superfici ruvide, come le foglie delle felci, e linee nodose, come la corteccia di un albero secolare!
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