Ci sono alcune frasi o alcuni versi che fra tanti ci rimangono impressi. A volte capita anche per parole che all’apparenza possono sembrare secondarie, se non addirittura insignificanti nel piano dell’opera generale. Sappiamo bene però che poeti e scrittori non tralasciano mai nulla, non danno niente per scontato.
Aggiungiamo un ulteriore ingrediente: il punto di vista dei lettori. Il fatto straordinario è che ciò che colpisce un lettore può essere sfuggito ad un altro, che a sua volta avrà sottolineato un ennesimo aspetto nascosto e tramite la condivisione di questi pensieri si diventa tutti più ricchi. Uno dei fini elevati della poesia (e dell’arte in generale) è proprio da ricercare in questo segreto: condividere idee, passioni, progetti, sensibilità che si trovano all’interno di un’opera.
Samuel Taylor Coleridge, noto poeta inglese, ha scritto alcuni testi davvero importanti e fra questi si studia spesso a scuola La Ballata del Vecchio Marinaio, che contiene molti risvolti simbolici, richiami alla sua epoca e naturalmente messaggi che rendono attuale il testo.
Leggendo i versi, ci si può imbattere in alcune parole che, pensando al contesto particolare in cui viviamo, non si può evitare di sottolineare.
O felici cose viventi! Non c’è lingua
che possa declamarne la bellezza:
un fiotto d’amore mi sgorgò dal cuore
e inconsapevolmente le benedissi […].
T. Coleridge, La Ballata del Vecchio Marinaio
Sarebbe proprio bello che almeno una volta nella vita tutti gli uomini potessero stupirsi e pronunciare un’esclamazione simile: felici cose viventi! Perché la vita è ovunque, c’è in abbondanza; la vita è addirittura nell’assolato deserto sabbioso, anche nell’estremo Sud ricoperto di ghiaccio e, ancora, pullulano di vita gli abissi più inaccessibili degli oceani.
Rendersene conto, aprirsi a questo miracolo, può salvarci.
Un’esclamazione di stupore che a volte rimane tale, senza spiegazione, perché sembra non esserci lingua che possa declamarne la bellezza. Si prende coscienza di una prima istintiva conseguenza: un fiotto d’amore ci sale dal cuore, sentiamo di essere parte di queste cose viventi e, sebbene inconsapevolmente, benediciamo tutto questo. Una umana e religiosa benedizione, al di là del proprio credo, al di là delle proprie teorie scientifiche: benedire la vita!
La carta vincente forse consiste proprio nel riuscire ad accorgersi di far parte del tutto, benedirlo, viverlo e amarlo.
SEMPRE INFORMATI!
Per rimanere aggiornato su tutte le news sulla Natura, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter di rivistanatura.com
Basta inserire l’indirizzo e-mail nell’apposito modulo qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscriviti”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di Natura! È gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com