Inquinamento e disastro ambientale. Sono queste le accuse ipotizzate dal Pubblico Ministero Fabrizio Givri a seguito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Genova per cercare di far luce sull’incidente che ha visto coinvolte due mercantili nelle acque a Nord della Corsica.
Inoltre, la Direzione Marittima di Genova, dando seguito alle indicazioni del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha provveduto a emanare una diffida preventiva ai Comandanti e Armatori delle navi coinvolte nello scontro al fine di adottare senza ritardo ogni misura atta a prevenire ogni rischio ambientale in un’area di particolare interesse, zona di protezione ecologica all’interno del Santuario dei Cetacei Pelagos.
La dinamica dell’incidente
La collisione in mare è avvenuta domenica 7 ottobre; l’incidente ha provocato uno sversamento di carburante in mare al largo e ha visto coinvolte la nave ro-ro Ulysse battente bandiera Tunisina e una porta container con nome CLS Virginia, battente bandiera cipriota.
Sul posto sono prontamente giunte le navi della guardia costiera francese, coadiuvate dalle omologhe italiane e del Principato di Monaco.
Cosa è finito in mare
Uno dei due mercantili trasportava idrocarburi. La chiazza oleosa sversata in mare si è propagata fino al largo delle coste liguri, senza tuttavia lambire le acque italiane.
Sul posto sono interventi i mezzi antinquinamento Castalia Nos Taurus e Bonassola. Presenti in zona anche le motovedette dei comandi territoriali della Guardia Costiera ligure.
L’aiuto del meteo
Le condizione meteorologiche favorevoli hanno evitato che gli idrocarburi inquinassero anche le acque del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Tuttavia, a scopo precauzionale, un mezzo disinquinante della Castalia (La società consortile italiana che raggruppa 35 aziende specializzate nelle attività marittime, nell’antinquinamento marino e nel pronto intervento) si è diretto verso Livorno, nel caso in cui il repentino cambiamento del meteo possa fare avvicinare la macchia di idrocarburi alle acque dell’area protetta toscana.
Per il WWW si è evitata la tragedia
«Nonostante il meccanismo di sicurezza si sia immediatamente attivato – ha dichiarato Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia – se la collisione fosse avvenuta nello Stretto di Bonifacio sarebbe stata una vera e propria tragedia per l’ambiente, in grado di mettere a rischio uno dei patrimoni naturali del nostro Paese, compresa l’area marina de La Maddalena».
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