Abbiamo visto nei vari articoli precedenti che tutta la vita organica sulla Terra è di fatto poco più che acqua salata condensata e che le piante sono il Regno della Natura che maggiormente sottolinea questo profondo legame tra la vita e l’acqua.
Addirittura, è possibile coltivare numerose specie di vegetali, sia per arredo di interni (es. Drosera) sia per uso alimentare (es. pomodori), senza utilizzare terra solida ma solo acqua (opportunamente miscelata con sali). E’ la cosiddetta coltivazione idroponica o idrocoltura: in esse la terra è sostituita da un substrato cosiddetto inerte (palline di argilla espansa, zeolite, perlite, vermiculite, fibra di cocco, ecc.) irrigata con una soluzione nutritiva composta dall’acqua e dai composti (per lo più inorganici, ovvero minerali) necessari ad apportare tutti gli elementi indispensabili alla normale nutrizione minerale.
Al contrario di quanto generalmente si pensa, le colture idroponiche hanno origini molto antiche: esistono infatti riferimenti documentati all’antica Grecia e addirittura agli antichi giardini pensili di Babilonia, realizzati intorno al 590 a.C. dal re Nabucodonosor II.
Il risultato sono piante in grado di crescere bene anche in ambienti estremi (si pensi ad una navicella spaziale), di bell’aspetto sebbene, forse, meno gustose di quelle nate e cresciute nella solida terra.
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