Negli ultimi decenni abbiamo assistito (dapprima con sporadiche notizie, poi attraverso un’informazione sempre più consapevole e preoccupante) a una disastrosa tendenza di crescita nel già sanguinoso capitolo del bracconaggio, legato prevalentemente all’area africana e asiatica.
Il tracking contro il bracconaggio
Il mio percorso personale comincia come Istruttore di Tracking della Statunitense Hull’s Tracking School. La mia conoscenza sul tema del bracconaggio, costituita da letture sulle principali testate giornalistiche e poi su quelle di settore, si è pian piano irrobustita anche attraverso la lettura di un buon libro come “Sign and the art of tracking – A guide to support law enforcement and anti-poaching operations” di Christian Nellemann (2011). Chiaro ed efficace nelle spiegazioni, contiene preziose informazioni sull’effettivo e efficace utilizzo dell’antica arte e scienza del Tracking applicata alle operazioni di prevenzione contro il bracconaggio, volte sia alla ricerca degli animali (in primis le specie a rischio di estinzione), sia all’individuazione e successivo arresto dei bracconieri.
Un corso per diventare ranger
La mia scelta di prendere parte al corso “Conservation Ranger Course” promosso dalla stunitense C.R.O.W. (Conservation Rangers Operations Worldwide) si inscrive, pertanto, nella naturale convinzione che il Tracking possa, a tutti gli effetti, fornire un contributo concreto alle operazioni anti bracconaggio.
C.R.O.W. è una realtà attiva in diversi Paesi africani. È l’unica NGO al mondo a fornire una formazione ai futuri Rangers nello sviluppo delle competenze necessarie atte a supportare la conservazione delle specie a rischio d’estinzione. Il corso, lungo e strutturato in svariati moduli, fornisce una preparazione a 360° grazie a un pool di istruttori internazionali di comprovata esperienza nel campo militare, della sicurezza privata in ambienti ad alto rischio e specificatamente nell’antibracconaggio.
Non solo lettura delle tracce
Inizialmente il mio proposito era prendere meramente parte al modulo dedicato al Tracking, apprendendo un metodo sicuramente differente da quello Statunitense a cui ero abituata. Poi, discutendo con Andy Martin, Executive Director e uno degli Istruttori di C.R.O.W., la decisione di partecipare all’intero programma è stata quasi inevitabile, in quanto mirata alla comprensione dell’efficacia della operatività dei Rangers in tutti i suoi aspetti, non soltanto quello della lettura delle tracce.
Non ultimo, la possibilità di ricevere un Training completo come Conservation Ranger, per quanto certamente molto stimolante, mi incuriosiva e mi stimolava nell’ottica dell’ampliamento del mio background come Istruttore, senza contare la differente location in cui mi sarei trovata ad affrontare il training.
Un programma articolato in dieci moduli
Il corso, svoltosi dall’8 al 22 luglio presso le sedi della European Security Academy in Polonia, si è rivelato un’esperienza formativa di assoluto livello. A partire dalla scelta della location – degna per organizzazione alla base addestrativa dei Marines di Quantico, vicina ad affascinanti zone boschive alternate a piccoli laghi e campi coltivati – fino alla caratura stessa del programma, articolato in dieci moduli correlati uno all’altro, in modo da costituire un percorso ragionato e pratico nella formazione e nell’addestramento dei futuri Rangers.
Il rapporto con i miei compagni di corso, conosciuti la sera stessa dell’arrivo presso la struttura dell’E.S.A., è stato fin da subito caratterizzato da una quasi istantanea complicità, nonostante i differenti paesi di origine (Polonia, Olanda, Scozia, Libano e Francia), permettendo la creazione di un gruppo affiatato e volonteroso, sia di lavorare insieme, sia di aiutarsi l’un l’altro nelle lunghe sessioni di studio serale (e in alcuni giorni persino notturno).
Una full immersion dalla teoria alla pratica
I primi due moduli, svoltisi in classe, vertevano infatti sul comportamento animale, malattie endemiche e ambientali, protocolli medici, medicina generale e tattica.
Dal terzo giorno, invece, attraverso un rapido trasferimento nei boschi vicini, l’Istruttore ha affrontato, tramite esercizi mirati, la medicina tattica e remota.
Il quarto e il quinto giorno sono stati incentrati sulle nozioni fondamentali del Survival, dell’Orienteering e del Tracking: le parti teoriche, svolte sotto piogge quasi incessanti, sono state frequentemente spezzate da esercizi individuali e di gruppo a fortificare le nozioni apprese.
Addestrati per affrontare situazioni ad alto rischio
Nei giorni successivi l’attenzione si è concentrata sulle Tecniche di difesa e su quelle di arresto, insegnamenti essenziali per poter fronteggiare correttamente situazioni ad alto rischio; in questa stessa ottica si sono inscritti i giorni seguenti dedicati al maneggio in sicurezza di due tra le armi più comuni in Africa, lo Shotgun e l’AK-47, sfociati poi in una intera giornata presso il Shooting Range dell’E.S.A., in cui sono state insegnate procedure di maneggio dell’arma utilizzata dai corpi speciali di differenti nazioni e tutte mirate a essere consistenti ed efficaci nel contesto operativo dei Rangers.
Negli ultimi giorni il training si è focalizzato sulle Standard Operative Procedures, consentendo, attraverso ininterrotti esercizi, di affinare la capacità di lavoro in team, e la rapidità nell’esecuzione delle procedure; le giornate dedicate alla creazione del giusto Posto di Osservazione, alla comprensione delle tecniche di Imboscata più appropriate al contesto così come di Posti di blocco, ma anche la conoscenza di un efficace Camouflaging hanno perfettamente ampliato le conoscenza pregresse acquisite.
La marcia finale
Il corso si è concluso con una marcia di 3 ore e mezzo con circa 22 kg a testa di zaino che ci ha permesso di comprendere la durezza della realtà del patrolling e infine con una giornata dedicata al lavoro in formazione sui veicoli.
Pronti a entrare in azione anti bracconaggio
Domenica 22 giugno, al termine di un esame comprendente sia parte scritta si pratica della durata di circa sei ore, i nuovi Rangers hanno ottenuto il loro certificato unitamente alla possibilità di un concreto deployment (allocazione) nei Paesi dove la necessità di personale addestrato e dedito alla Conservazione è più drammaticamente urgente.
La mia volontà di dare un concreto contributo attraverso l’Arte del Tracking alla lotta contro il bracconaggio si è certamente rafforzata grazie a questo corso ed è divenuta più consapevole, più matura, più rispettosa dei rischi, più determinata a lavorare sul campo, ma al tempo stesso più focalizzata e desiderosa nel ricercare e nell’ottenere l’efficacia nelle proprie singole azioni.
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