Il leopardo delle nevi (Panthera uncia) è una delle specie maggiormente a rischio di estinzione. Secondo il WWF, ne sopravvivono solo 4mila individui sparsi su un territorio molto vasto, che comprende ben 12 paesi dell’Asia centrale.
12 paesi uniti
Il leopardo delle nevi abita le zone montuose di Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan. Secondo gli ultimi studi, tra mezzo secolo i cambiamenti climatici potrebbero cancellare ben i due terzi degli habitat di questo felino.
Proprio questi dodici paesi si sono riuniti in un summiti a Bishkek, in Kyrgyzstan, per cercare soluzioni concrete per la salvaguardia della specie.
«La presenza al tavolo di attori importanti come Cina, Russia e India può dare segnali importanti – ha affermato Marco Lambertini, Direttore Generale del WWF Internazionale -. I paesi che ospitano il leopardo delle nevi potrebbero scrivere una delle più grandi storie di successo della moderna attività di conservazione. Ci sono già stati progressi incoraggianti per una prima salvaguardia dei 20 habitat entro il 2020, ma ora ci troviamo ad un passaggio cruciale: bisogna incrementare questi sforzi altrimenti si fallirà nell’obiettivo di conservazione».
Proteggere le popolazioni per salvare il leopardo delle nevi
Tra le minacce maggiori, secondo gli esperti, c’è la frammentazione dei corridoi naturali e lo scioglimento dei ghiacciai di una delle più grandi riserve idriche del Pianeta. I 20 grandi fiumi asiatici presenti in questi territori rischiano, infatti, di ridurre la loro portata a causa dei cambiamenti climatici e della distruzione degli habitat. Per questo, il destino di questo animale elusivo e misterioso è strettamente legato al benessere delle popolazioni autoctone.
La perdita di prede selvatiche e la riduzione degli habitat, causati sia dall’espansione eccessiva di pascoli che dal cambiamento climatico, hanno portato a crescenti conflitti tra le popolazioni locali e il leopardo delle nevi. I felini, infatti, per via della carenza di prede selvatiche hanno iniziato ad attaccare il bestiame e la reazione delle comunità montane è spesso quella di uccidere e avvelenare questi animali.
Infine, neppure questo meraviglioso animale è risparmiato dal fuoco dei bracconieri. Secondo le ultime stime di TRAFFIC, sono circa 450 gli esemplari uccisi ogni anno dai cacciatori di frodo.
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