Il lupo è uno degli animali più presenti nella cultura alpina ed europea: per migliorare la coesistenza fra lupo e attività umane è innanzitutto necessario studiarne i comportamenti. A questo scopo due laureandi del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università degli Studi di Torino hanno dedicato le loro tesi a descrivere le abitudini del primo branco di lupi che si è insediato nella pianura piemontese, non lontano dalla città di Alessandria.
Le ricerche, condotte nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU, sono state svolte da Francesca Marras e Fabio Savini con la supervisione della prof.ssa Francesca Marucco. È questo il primo studio sull’etologia e sull’ecologia del lupo in pianura, in un ambiente quindi fortemente antropizzato e frammentato.
I giovani lupi si muovono alla ricerca di aree libere e le zone montuose e collinari dell’Alessandrino sono già quasi completamente occupate da altri branchi.
Oltre al lavoro sul campo, i ricercatori hanno utilizzato cinque fototrappole che hanno realizzato le immagini che pubblichiamo. Questa attività è stata coordinata dal tecnico faunista e dai guardiaparco dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, che seguono in modo sistematico il branco dal 2019, fin dai primi indizi della sua presenza, lavoro che continua tuttora all’interno del censimento nazionale lupo, coordinato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Cosa mangiano i lupi?
L’analisi genetica dei campioni di escrementi ha permesso di identificare i componenti del branco, che è costituito da una coppia riproduttiva e quattro figlie femmine.
In un ambiente altamente antropizzato e influenzato dall’uomo, come l’area di studio, la dieta del lupo è basata quasi esclusivamente su animali selvatici, nonostante l’ampia presenza di bestiame nella zona, e non è dipendente da risorse derivate da attività umane. Questo conferma il comportamento marcatamente selvatico del branco. La preda principale è il capriolo seguito, in percentuale, da nutria, lepre e minilepre. Il cinghiale costituisce meno del 10% della dieta, così come la pecora.