La mattinata è trascorsa tranquilla nel South Luangwa National Park (Zambia). Dopo aver attraversato da est verso ovest il ponte sospeso sul fiume da cui prende nome il Parco, sono entrato nella boscaglia dove ho avvistato immense mandrie di bufali. Ho poi incontrato diverse famiglie di elefanti della foresta, specie più piccola di quella della savana che sono solito incontrare viaggiando in Sud Africa, Namibia e Botswana. Risultano difficili da avvistare e quindi anche da fotografare non solo perché vivono nei boschi, ma anche perché sono animali estremamente timidi e schivi. Anche i lori tempi per abbeverarsi sono estremamente ridotti. Vivendo principalmente all’ombra delle piante non hanno le stesse necessità dei loro cugini della savana di rinfrescarsi e immergersi continuamente nell’acqua.
In Zambia a inizio luglio è terminata da poco la stagione delle piogge. I cieli sono spesso ridisegnati da soffici nuvole che rendono il paesaggio più movimentato e interessante rispetto ai cieli azzurri invernali delle regioni più australi. Non sempre però le nuvole fanno la gioia dei fotografi, soprattutto quando nascondono la luce del sole proprio nell’istante in cui ci si trova di fronte a eventi irripetibili.
Uscito dalla boscaglia mi sposto verso nord-ovest percorrendo la pista che costeggia quel fiume che tra qualche mese sarà in secca. Incontro diverse specie di antilopi che si avvicinano timorose all’acqua dove a turno vanno ad abbeverarsi. Mentre alcune di loro rimangono di sentinella sulle creste degli argini, pronte a lanciare segnali d’allarme nel caso di avvistamento di predatori, altre si dirigono verso il fiume. La modalità per abbeverarsi è la stessa per quasi tutte le antilopi: zampe anteriori che si allargano lentamente sfiorando il bordo dell’acqua, e collo proteso in avanti, così da assumere una posizione che gli permetta di scappare rapidamente in caso di attacco da parte dei coccodrilli.
Chi invece non si preoccupa assolutamente della presenza dei grandi rettili dalle origini preistoriche sono gli ippopotami, con i quali condividono l’habitat. Entrambe le specie non appartengono certamente alla categoria degli animali più attivi d’Africa. I coccodrilli possono sopravvivere anche un anno intero senza mangiare, nonostante nei documentari li si veda sempre intenti in continue evoluzioni mirabolanti mentre attaccano mandrie di antilopi e zebre. La realtà è che trascorrono le loro giornate spiaggiati lungo le rive dei fiumi come fossero statue di gesso abbattute. Gli ippopotami invece oziano quasi completamente “a mollo” da quando il sole sorge fino a quando cala per proteggere la loro pelle tanto spessa quanto delicata. Poi col buio della notte si dirigono verso le praterie per nutrirsi di erba fresca fino all’alba.
Continuo a seguire il fiume fino a raggiungere una grande pozza dalle acque immobili. All’improvviso un vistoso vortice si materializza al centro del laghetto per poi spostarsi rapidamente e scomparire poco lontano. Posiziono il fuoristrada in modo da poter osservare la scena e spengo il motore. Dopo qualche istante riappare quello stesso movimento dell’acqua, come se sul fondo ci fosse un’enorme bolla d’aria che non riesce ad emergere. Si sposta rapidamente, cambiando repentinamente direzione, togliendomi così ogni dubbio su cosa stia accadendo sotto la superficie.
Trascorrono diversi minuti di calma totale, poi, come un’esplosione vulcanica sottomarina, emergono i musi rotondi di due pachidermi che fanno schizzare l’acqua in ogni direzione. Le loro zanne si incrociano con ferocia andando a incidere le gengive dell’avversario che colorano di rosso il Luangwa river. Uno combatte per difendere il suo territorio e il suo harem, l’altro è spinto dall’istinto del conquistatore. Spariscono ancora tra i fondali, mentre le femmine e i cuccioli, raggruppati vicino alle sponde, restano immobili e totalmente indifferenti alla scena che intanto si sta spostando più a valle. Ancora morsi e violenti spintoni, fin quando uno dei due cede e si allontana mestamente portando con sé i segni profondi dello scontro. Anche l’altro presenta ferite aperte su tutto il corpo mentre nuota con la schiena a filo d’acqua per raggiunge il suo harem. Qui viene accolto senza particolare entusiasmo da parte delle femmine che si limitano a borbottare. Sembrano donne anziane che si lamentano col marito per essere arrivato tardi per la cena. Con discutibili garbo e delicatezza si fa spazio tra i suoi ingombranti simili, mostrando per l’ennesima volta il suo carattere scontroso e poco accomodante.
Intanto in cielo appaiono altre nuvole che vanno a nascondere il sole e lasciano cadere sul parabrezza grandi goccioloni d’acqua. Chiudo il finestrino, ripongo l’attrezzatura fotografica, metto in moto e riparto in cerca di nuovi incontri.
Il momento dello scatto
Rimasi attratto da quell’improvviso movimento dell’acqua. Intuii immediatamente che sotto la superficie si stavano muovendo degli ippopotami. Fissai il corpo macchina col 500 mm alla testa idraulica ancorata al portapacchi e attesi. Mentre con l’occhio destro cercavo l’inquadratura nel mirino, col sinistro controllavo ogni movimento nel laghetto. Un ennesimo vortice dell’acqua anticipò la fuoriuscita dei due esemplari. Immaginando l’imprevedibilità e la rapidità della scena, avevo impostato la macchina fotografica con un tempo di scatto piuttosto veloce (1/1000 sec.) per “bloccare” sia i movimenti che immaginavo sarebbero stati fulminei, che gli eventuali schizzi dell’acqua. L’attesa fu lunga e la concentrazione massima. Restare immobili per decine di minuti rende dolorose tutte le articolazioni. Il tempo sembra non passare e l’incognita di ciò che potrà o non potrà accadere può demoralizzare. Finalmente il combattimento si spostò fuori dall’acqua, anche se solo per qualche istante, giusto il tempo di una raffica di tre foto.
Dati tecnici
- Data: 24/06/2010
- Corpo macchina: Nikon D3s
- Obiettivo: Nikon 500 f4
- Lunghezza focale al momento dello scatto: 500 mm.
- Apertura diaframma: F6,3
- Tempo otturatore: 1000
- Compensazione esposizione: – 03 EV
- Sensibilità sensore: ISO 500
- Modo di ripresa: S (priorità tempi)
VIAGGI FOTOGRAFICI di Davide Pianezze:
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