Oggi, 11 aprile, si celebra la “Giornata del Mare e della cultura marina” e allora rendiamo omaggio elencando 12 curiosità sul Mar Mediterraneo che forse non tutti conoscono, ma che lo caratterizzano molto. Il Mare Nostrum, il mare di casa nostra, che detto di questi tempi in cui ci ripetono continuamente di stare a casa, suona quanto mai in tema.
1. Un mare di vulcani
Tutti conoscono i famosi vulcani attivi direttamente collegati al nostro mare, come l’Etna, lo Stromboli o il piccolo Vulcano dell’omonima isola delle Eolie. Così come quelli più o meno spenti del Vesuvio, di Pantelleria o di Santorini, in Grecia. Ma sul fondo del Mediterraneo ne esistono molti altri, alcuni dei quali solo dormienti. In particolare solo nei mari italiani ed in particolare nel Tirreno ve ne sono ben 13, dai nomi molto evocativi come Eolo, Alcione, Sisifo, Terribile. Ma soprattutto il grande Marsili, al largo delle coste calabresi, il vulcano sommerso più grande d’Europa lungo circa 70 km, largo 30, che copre un’area di circa 2.100 kmq. Un gigante adagiato a circa tre chilometri sul fondo, con il naso all’insù a poco più di 500 metri sotto il livello della superficie.
2. Profondità di tutto rispetto
A questo proposito in genere si pensa al Mediterraneo come a un mare poco profondo, dal momento che si tratta di una bacino quasi chiuso. In realtà la sua profondità media si aggira sui 1500 metri, mentre quella massima è di ben 5270 metri e si registra presso le coste greche del Peloponneso.
3. Un mare salato
Ovviamente tutti i mari lo sono, ma il nostro lo è un po’ di più, a causa appunto della sua conformazione chiusa. Una salinità media che si aggira dal 36,2 al 39 ‰, in parte diluita dalle due importanti correnti, più “dolci” e meno dense, che entrano ad Ovest dall’Atlantico e ad Est dal Mar Nero.
4. Correnti da non sottovalutare
Anche un mare chiuso e complesso come il Mediterraneo è dotato di una particolare circolazione delle acque, molto influenzata dai venti, che al largo possono generare correnti superficiali di intensità fino a più di 2-3 nodi. La corrente mediterranea atlantica riveste un ruolo molto importante non solo per il ricambio delle acque, ma anche per l’ingresso di numerose specie marine oceaniche (tra cui grandi predatori come l’Orca e lo Squalo bianco, rari ma comunque presenti) e può raggiungere e superare velocità di 1 miglio/orario. Esistono poi diverse e complesse “correnti di profondità” (abissali) che si attivano periodicamente in diversi settori, soprattutto al termine dell’inverno.
5. Un ricambio d’acqua secolare
Pur essendo quasi chiuso, le acque del Mediterraneo vengono periodicamente cambiate nella loro totalità. Si stima che questo completo “risciacquo” avvenga ogni 80-90 anni.
6. Tanti mari interni
Un unico mare ma diviso in circa venti “sub-bacini” interni, ognuno con la sua storia e le sue caratteristiche. E se i nostri mari li conosciamo, vi invito a cercare il mare di Alborán o il mare di Levante.
7. Grandi gorghi abissali
Una ricerca del nostro Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha scoperto la presenza di estese catene di vortici marini alla profondità di oltre 2500-3000 metri. Grandi gorghi abissali, del diametro di circa 10 chilometri, collegati o vicini che lentamente ruotano alla velocità di circa tre centimetri al secondo.
8. Un mare intercontinentale
Posto tra Europa, Nordafrica e Asia occidentale, connesso all’Oceano Atlantico tramite lo stretto di Gibilterra e al Mar Rosso tramite il Canale di Suez è un vero mare internazionale. Lungo i 46.000 km delle sue coste vivono circa 450 milioni di persone, appartenenti a ben 20 nazionalità diverse.
9. Intimo ma non piccolo
Il Mediterraneo sarà anche un mare ridotto rispetto ai grandi oceani, ma le sue dimensioni in realtà non sono così piccole: ha una superficie di circa 2,51 milioni di kmq e uno sviluppo massimo lungo i paralleli (ovvero in larghezza) di circa 3700 km.
10. Africa in pianura padana
Il suo Bacino è composto da un complesso sistema di strutture generate dall’interazione tra la Placca euroasiatica e la Placca africana che si sono avvicinate con un movimento rotatorio durante gli ultimi 300 milioni di anni, deformandosi, scivolando e sovrapponendosi tra di loro, lasciando spazio per l’apertura di nuovi bacini interni. Ciò fa sì che tuttora la Placca africana comprenda il mar Adriatico e tutta la Pianura padana che quindi, geologicamente parlando, fa parte del Continente Nero.
11. Barriere coralline
Scoperte di recente al largo della Puglia e sebbene diverse dai reef tropicali, si trovano a circa 40 – 55 metri di profondità e, secondo le prime stime, dovrebbero avere una lunghezza di circa 135 chilometri, distribuiti in maniera non uniforme da Bari fino ad Otranto.
12. Un mare chiuso con tante ferite aperte, ma che resiste!
Centinaia di carcasse di cetacei spiaggiati sulle coste che vanno dalla Grecia al Marocco, “maree rosse” velenose nell’Egeo, milioni di tonnellate di mucillagini nell’Adriatico, tartarughe e foche sull’orlo dell’estinzione, isole di plastica galleggiante tra Capraia e la Corsica. E ancora, tratti di mare quasi privi di ogni forma di vita, navi affondate con pericolosi carichi di materiali anche radioattivi, decine di specie aliene, una temperatura dell’acqua in costante aumento. Il Mediterraneo è davvero ormai condannato alla rovina? Difficile dirlo; la situazione è sicuramente preoccupante e in molti punti anche critica, ma se penso a quello che diceva il mio professore di ecologia, l’esperto Mario Pavan, che alla fine degli anni ’70 pronosticava la morte biologica del Mare Nostrum entro l’anno 2000…. beh, son passati vent’anni e il Mediterraneo è ancora vivo e vegeto e combatte per la sua sopravvivenza.
Sta noi non lasciarlo solo.
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