Ci sono vite che a un certo punto del viaggio cambiano strada. È quello che accade a Beppe Scotti, self made man e brillante imprenditore del food, che nel suo libro “Il cercatore” edito da Ultra Sport ci racconta la sua storia di crescita attraverso lo sport nella natura selvaggia.
Questo libro è la storia di una rinascita interiore alla ricerca dei propri limiti, della forza interiore, dell’equilibrio. Ne pubblichiamo qualche estratto a beneficio dei nostri lettori.
L’equilibrio
L’endurance mi ha aperto una finestra sul mondo della psiche. Fatica estrema, sofferenza, vittorie e fallimenti mi hanno insegnato che il nostro equilibrio psichico è fatto di alti e di bassi. Se l’equilibrio è una linea piatta, gli stati d’animo sono delle onde più o meno alte che lo attraversano. In tutte le persone ci sono picchi e abissi. E più l’onda del moto ondulatorio è alta, più diventiamo fragili ed esposti a qualsiasi turbamento. Ci montiamo la testa per una buona notizia, ma se succede qualcosa di brutto cadiamo in modo irreparabile. Allo stesso modo, l’onda può essere più o meno frequente: lasciarsi increspare da qualsiasi perturbazione oppure subire il contraccolpo solo quando ci sono motivazioni serie. Ma è possibile lavorare su se stessi per contrarre intensità e frequenza dell’onda, e stare il più possibile in equilibrio. Che è una condizione molto importante per essere sereni e saper affrontare con il giusto distacco le avversità della vita.
Mia moglie mi prende in giro. Mi dice che viaggio sulla mia zattera, che naviga tranquilla sia con il mare piatto che con la burrasca. A me piace questa metafora. Forse lei si aspetta che manifesti con più enfasi le emozioni. Mi chiede spesso se sono contento. Quando succedono le cose belle non gioisco, e non mi faccio abbattere dalle cose brutte. Non si tratta di apatia, ma di vedere le cose con distacco. In questo modo riesco a contenere lo stress dei condizionamenti esterni. Se imparassimo a lasciar correre gli eventi che non possiamo dominare, se riuscissimo a distaccarci dal possesso, sia esso di beni materiali o immateriali, vivremmo molto meglio. Non mi sono inventato nulla. Nelle filosofie orientali ho ritrovato molte delle mie intuizioni. Come il pensiero della morte, che per noi occidentali è un tabù. Viviamo come se non esistesse. Non accettiamo la vecchiaia, la nascondiamo sotto alle tinte, la ammantiamo di velleità. Eppure dovremmo pensarci di più, al fatto che presto o tardi scompariremo. E senza rabbia, perché la morte è giusta, colpisce tutti. Non conta essere l’uomo più ricco al mondo, o il più potente, il tuo destino è lo stesso. Durante le tempeste, pensare alla morte mi aiuta a tenere dritto il timone della mia zattera.
Scotti, E. Racchetti, Il Cercatore. La mia storia di crescita attraverso lo sport nella natura selvaggia, Ultra Sport, 2021, pag. 71
Leggi qui la prima puntata de “Il cercatore”