Ci sono vite che a un certo punto del viaggio cambiano strada. È quello che accade a Beppe Scotti, self made man e brillante imprenditore del food, che nel suo libro “Il cercatore” edito da Ultra Sport ci racconta la sua storia di crescita attraverso lo sport nella natura selvaggia.
Questo libro di Beppe Scotti è la storia di una rinascita interiore alla ricerca dei propri limiti, della forza interiore, dell’equilibrio. Ne pubblichiamo qualche estratto a beneficio dei nostri lettori.
La sbandata
Era la notte delle shampiste, quella tra domenica e lunedì, quando le parrucchiere più scatenate di Milano si concentravano in una nota discoteca che dedicava loro la serata. Una notte di bagordi, come tutti i venerdì, i sabati, le domeniche e i lunedì. Che poi più che notte ormai era mattina, e io tornavo con il fischio della musica assordante ancora nelle orecchie e sedici ore di lavoro alle spalle. D’un tratto un colpo, e d’improvviso mi ritrovai con i fanali delle auto che arrivavano contro, alle sei del mattino di un inverno del 2006.
Conducevo una vita disordinata, alla ricerca di qualcosa che non capivo. Facevo orari pazzeschi, eppure per me era la routine. Mi allenavo a rugby di martedì, mercoledì e venerdì, di domenica giocavo la partita. Le altre sere lavoravo al ristorante. Il mio week-end non aveva un inizio né una fine, era 7 giorni su 7, perché al termine degli allenamenti e del lavoro uscivo, e ogni volta ce n’era una. Il mercoledì, per esempio, nei locali notturni per le donne era “free entry”: entrata libera per il gentil sesso e una concentrazione notevolissima di ragazze senza accompagnatore, tanto poi ci pensavano gli uomini assetati a garantire l’incasso della serata. Uscivo anche da solo: chiudevo il ristorante e partivo per le mie serate di eccessi. Non si trattava di una scelta di solitudine, anzi: andare in un locale senza accompagnatori era una forma di apertura nei confronti degli estranei. Mi consentiva di fare incontri con personaggi interessanti e di conoscere il genere umano in ogni sua sfaccettatura, cultura, classe ed età.
Avevo aperto la trattoria Sanmauro in società con mio fratello Antonio. Si cominciava di mattina alle nove con le faccende amministrative, poi si attaccava con il servizio del pranzo che terminava alle tre e mezza, una breve pausa pomeridiana e si ricominciava alle sei per la cena. Finivo di lavorare tardissimo, mangiavo con i colleghi due o anche tre pizze e poi di corsa a Milano, alla conquista della notte. Tornavo a casa alle cinque del mattino, ma alle nove, cascasse il mondo, ero sul posto di lavoro. La cultura della responsabilità me l’aveva inculcata mio padre; per quanto mi dedicassi con indulgenza agli eccessi, sul lavoro non sgarravo. Facevo uso di alcol e droghe leggere, lavoravo tanto – come sempre – e viaggiavo, possibilmente solo. Andavo a mille. E volevo scoparmi il mondo intero. Consumavo i rapporti con le donne: mi interessava solo mettere le crocette e metterne tante, terminato un rapporto pensavo già al successivo.
Riguardando a distanza di anni questa fase della mia esistenza, sono certo che la mia condotta fosse determinata dalla ricerca di qualcosa, che poi è il senso della vita. In quegli anni la mia indagine era proiettata in quel mondo, ma l’obiettivo era lo stesso che mi muove ora. A dirla tutta, ancora non so cosa mi muove, ma so di per certo che lo devo cercare dentro di me.
Dopo la sbandata contro il guardrail, mi ritrovai sulla Superstrada Milano-Lecco in contromano. Avevo avuto un colpo di sonno e mi ero svegliato per la botta quando la macchina stava ancora girando su sé stessa. Tenni le mani sul volante, girai la macchina e accostai. Scesi a raddrizzare il paraurti; l’auto era distrutta ma andava ancora, e a passo d’uomo riuscii a tornare a casa.
Alle 8:30 avevo un appuntamento con Antonio. Lo chiamai per farmi venire a prendere. Quando vide la mia Audi TT mi disse: «Vai ad accendere un cero in chiesa». Era arrivato il primo segnale: stai esagerando, piantala di fare il pirla. Non ci fu nessuna conversione sulla via di Damasco, ma quello fu l’inizio di un percorso di consapevolezza verso il cambiamento del mio stile di vita.
Beppe Scotti, Elisa Racchetti, Il Cercatore. La mia storia di crescita attraverso lo sport nella natura selvaggia, Ultra Sport, 2021, pp. 13-14