David Sischo è un giovane ricercatore dell’Università delle Hawaii. Ha 35 anni, ed è in prima fila nella lotta alle estinzioni delle chiocciole nell’arcipelago, dove da decenni ormai la grande varietà di specie autoctone di questi molluschi (circa 750 specie) è gravemente minacciata. È stato testimone diretto dell’estinzione di una di queste piccole, variopinte e meravigliose chiocciole che si possono trovare solo sulle Hawaii, Achatinella apexfulva. A gennaio scorso, la scomparsa di George, l’ultimo esemplare in cattività della specie, ne ha segnato la definitiva scomparsa, salvo miracolosi (e decisamente improbabili) ritrovamenti di esemplari sopravvissuti in natura.
Sischo è a capo di un team di ricerca che cerca in ogni modo di salvare la straordinaria diversità di specie di chiocciole hawaiane dai predatori introdotti, contro cui le piccole e indifese varietà locali non hanno speranza. Tra questi predatori figurano ovviamente i topi, arrivati con le navi, ma non solo: a loro si è aggiunta la più inaspettata delle minacce, ossia altre chiocciole. La lumaca lupo (Euglandina rosea), considerata una delle 100 specie invasive più pericolose del mondo, è oggi una delle principali cause di scomparsa delle specie di molluschi terrestri hawaiani: originaria delle zone calde del Nord America, carnivora, è una feroce predatrice delle chiocciole più piccole, si riproduce e diffonde con grande rapidità e, al momento attuale, non esiste alcun modo per contrastare efficacemente la sua avanzata. L’aspetto più scioccante della vicenda è che però questa specie non è arrivata per caso sulle Hawaii, ma è stata volontariamente portata lì dagli uomini: conoscendo la sua aggressività, si è pensato che la sua introduzione avrebbe aiutato a eliminare un’altra specie alloctona, la lumaca gigante africana (Achatina fulica), a sua volta predatrice delle chiocciole locali. Come abbiamo visto, questo tipo di lotta biologica si è però dimostrato un fallimento totale, dato che la lumaca lupo si è diffusa in maniera incontrollata e ha concentrato le sue attenzioni sulle varietà locali, per lei prede decisamente semplici da catturare.
Per salvare le specie locali dalla vorace specie introdotta (che gli anglosassoni chiamano, non a caso, cannibal snail, “chiocciola cannibale”) non ci sono alternative: occorre proteggerle e accudirle in cattività, soprattutto per quanto riguarda i pochi esemplari delle varietà autoctone più a rischio. Sischo si occupa del salvataggio delle chiocciole hawaiane dal 2012, seguendo un programma attivo a partire dagli anni ’80, ma non mancano le delusioni e le imprese disperate, con specie ridotte a poche decine di esemplari o, come nel caso di Achatinella apexfulva, di un solo rappresentante di tutta la specie. Protagonista di un recente servizio del giornalista ambientale Ed Yong sull’Atlantic, Sischo si presenta come uno scienziato competente e motivato, ma anche provato dalle delusioni che non di rado arrivano, e dalla rara e sfortunata condizione di essere testimone diretto dell’estinzione di una specie.
La scomparsa della chiocciolina George (battezzata così in onore del famoso ultimo rappresentante di una specie di tartaruga delle Galapagos, George il solitario) è uno dei tanti segnali che dobbiamo cogliere per evitare di danneggiare in maniera irreversibile il mondo naturale. In particolare sulle isole, dove il rischio di scomparsa delle specie autoctone è ancor più elevato, possiamo osservare, in tempi ancor più rapidi rispetto ai continenti, quanto le attività umane possano rivelarsi dannose per l’ambiente. A dimostrazione di quanto fondamentale e prezioso sia il lavoro di scienziati come Sischo e i suoi colleghi.
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