Il rinoceronte nero, simbolo del continente africano, sta per essere reintrodotto in Ciad dal Sud Africa. Sei gli animali selezionati per il trasferimento a bordo di un aereo speciale. L’ultimo rinoceronte nero è vissuto in Ciad nel 1972, 45 anni fa. Gli animali “traslocheranno” nella primavera del 2018 e dimoreranno fra i confini del Zakouma National Park; dove la minaccia dei cacciatori di corni viene tenuta a freno da un personale attento e vigile. «La nostra idea è quella di agire fra marzo e maggio», dice Albi Modise, Ministro dell’ambiente del Sud Africa.
Il rinoceronte nero è da sempre nella lista degli animali a rischio. Secondo le stime della Union for Conservation of Nature, sono poche migliaia quelli che sopravvivono in Africa, e meno di duemila quelli presenti in Sud Africa. Altri si possono rintracciare in Angola, Kenya, Mozambico, Namibia e Zimbawe; dove vive anche il rinoceronte bianco, con un maggior numero di esemplari. Ma altre zone del Continente Nero non ospitano più alcun animale di questa specie; in Ciad, per esempio. Dove da sempre la caccia è praticata nonostante i pesanti divieti. I cacciatori hanno ucciso più di settemila rinoceronti in Africa negli ultimi anni. Una caccia spietata che impedisce il naturale ripopolamento dei territori originali. I corni ricavati dagli esemplari uccisi finiscono in varie parti del mondo; in particolare in Cina e in Vietnam dove vengono considerati sacri, per le loro qualità afrodisiache e medicinali (che però non hanno alcun fondamento scientifico). E si pensa che le sostanze in essi contenuti possano risvegliare dal coma e curare la febbre. Anche nei paesi arabi è apprezzato, per cerimonie particolari, che contemplano l’uso di spade le cui impugnature sono forgiate sfruttando il materiale di origine animale. Il rinoceronte nero (Diceros bicornis) è in realtà grigio, se non addirittura bianco. Può pesare fino a 1.400 chilogrammi e non entra in conflitto con il cugino “bianco” perché non si nutre di erba, ma di germogli e fogliame.
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