Ruggito di macchina di grossa cilindrata. Portiere che sbattono. Rumori di passi. Vocio femminile. “DRRRRR…” citofono della clinica che suona.
Guardo l’orologio: sono le undici di sera passate da un bel po’. Mi accingo ad aprire la porta, ma dev’essere che sono troppo lento perché sento di nuovo il “DRRRR…” del citofono accompagnato da pugni sulla porta. “Arriviamo!” urlo io, cercando di affrettare il passo, prima che buttino giù la porta. Apro e mi trovo davanti lei: una signora tutto pepe sulla quarantina. Capelli cotonati (con un odore di lacca che arrivava prima di lei), abbronzatissima, magrissima, biondissima e tutto quello che di “issima” poteva esserci.
In braccio ha un cagnolino che mi fissa con sguardo indefinibile. “Cosa succede?” esordisco io. “Posso parlare con lei? È un dottore?” mi risponde lei. “Sì, signora. Sono un medico…” le dico io con aria scocciata. “Allora dottore, ho chiamato anche questa mattina. Volevo farle vedere il musetto della piccola Chanel”. “Certo, signora, metta pure sul tavolo la cagnolina. Ha notato qualcosa di strano?” le domando. Mentre aspetto che mi risponda, mi volto a prendere il fonendoscopio che avevo lasciato sulla scrivania. “Ho tolto una zecca stamattina, e adesso mi sembra che ci sia una specie di crosta”. “Ora proviamo a vedere signora. Ma come ha rimosso la zecca?” le domando.
La bionda quarantenne prendendo in mano l’iPhone mi dice tutta soddisfatta “Beh non sapendo come fare, ho cercato su Google e ho provato a darle fuoco con un cerino come dicevano su internet. Ma poi, visto che non riuscivo, l’ho staccata con la pinzetta per le sopracciglia!”.
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