Le scarse piogge e le alte temperature portare da El Niño rischiano di compromettere in maniera drammatica la produzione agricola dei paesi dell’Africa meridionale.
La stagione della semina del mais ha già maturato ritardi mentre le colture già seminate stanno risentendo dei prolungati periodi senza pioggia.
Qui i piccoli produttori della regione, che basano la propria sopravvivenza su un sistema agricolo di sussistenza, dipendono quasi interamente dalla pioggia, che però sembra non arrivare. “Siamo alla sesta settimana della stagione produttiva e non c’è abbastanza umidità nel terreno”, ha detto Shukri Ahmed, Deputy Strategic Programme Leader – Resilience della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
Il Sudafrica – uno dei maggiori produttori ed esportatori di cereali della regione – ha già dichiarato lo stato di siccità per cinque province, sue principali aree di produzione cerealicola, mentre lo stato del Lesotho ha pubblicato un piano di mitigazione della siccità e lo Swaziland ha imposto restrizioni all’impiego dell’acqua poiché si sono abbassati i livelli dei bacini idrici.
Prezzi alle stelle
Il rischio legato al calo della produzione portato dai fenomeni de El Niño è quello di un aumento sconsiderato dei prezzi. Lo scorso anno, la produzione di mais nella regione dell’Africa meridionale era stata del 27% inferiore rispetto ai volumi usuali. In Sudafrica, questo ha portato ad un aumento del prezzo di questo cereale del 50%.
“I prezzi del mais nell’Africa meridionale stanno davvero aumentando notevolmente ma non solo: le valute della subregione sono molto deboli, e questo non può che aggravare la situazione”, ha fatto notare Shukri Ahmed.
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