La popolazione di orche del mare Salish, in Canada, è messa a rischio dal progetto per la costruzione di una maxi infrastruttura per il trasporto di petrolio.
Il progetto presentato prevede, infatti, la realizzazione di 1.150 chilometri di tubi che attraverseranno il Canada per portare il greggio estratto dall’entroterra al mare da dove potrà essere esportato.
Il mare di Salish è però anche la casa di 76 orche; in questa zona è stata, infatti, registrata la presenza di 3 pods, vale a dire le unità familiari in linea matriarcale in cui si organizzano le orche.
Greenpeace alza la voce
Il timore è che il via vai delle navi petroliere possa mettere a serio rischio la sopravvivenza dei cetacei, così come è concreto il rischio di sversamenti di greggio in mare.
Per questo, Greenpeace ha lanciato una raccolta firme affinché il progetto venga fermato. «Il maxi oleodotto sarà finanziato da 12 banche – ha spiegato l’associazione ambientalista –. Ancora una volta persone, animali e territorio saranno sacrificati sull’altare del profitto».
Progetto finanziato da 12 banche
A rendere possibile la costruzione dell’oleodotto sarà, infatti, l’erogazione del credito da parte di 12 banche: JP Morgan Chase, Citibank, Credit Suisse, Deutsche Bank, Barclays, Bank of Tokyo Mitsubishi, BBVA, Credit Agricole, Mizuho, Royal Bank of Canada, Toronto Dominion, e Wells Fargo.
«Più persone chiederanno alle banche di non finanziare gli oleodotti, più facile sarà far pendere la bilancia a sfavore di questi progetti tossici e fermarli una volta per tutte», ha concluso Greenpeace.
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