Isola d’Elba, stabilimenti balneari da Sergio e Paglicce Beach. È questo il teatro della favola della schiusa delle uova di tartaruga. Un evento che fa ben sperare per una specie sempre in bilico fra la sopravvivenza e l’estinzione. La nascita è avvenuta nel nido sulla spiaggia di Marina di Campo; le piccole tartarughe hanno percorso il breve tragitto che le separava dal mare e hanno conquistato così il loro ambiente naturale. L’avventura era iniziata il 20 giugno con l’individuazione di un esemplare di Caretta caretta che stava scavando una buca per deporre le uova; indifferente alla presenza di ombrelloni, lettini e sdrai balneari. Sono intervenuti immediatamente gli uomini della Capitaneria e di Legambiente che hanno isolato la zona per consentire la regolare nascita dei piccoli. Giudicata inusuale e rara a queste latitudini.
Il fenomeno ha coinvolto anche il Consiglio regionale della Toscana, con l’approvazione – il 12 luglio – della tutela regolamentata per la nidificazione dell’animale. Il piano oltre a prevedere la salvaguardia dei rettili, ha coinvolto gli operatori professionisti di Tartamare, l’Osservatorio toscano della biodiversità, e il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Numerosi anche i volontari che si sono offerti per assicurare a Federica (questo il nome con cui hanno battezzato la tartaruga che ha deposto le uova) la possibilità di muoversi indisturbata per le spiagge dell’isola tirrenica.
Un mare senza più tartarughe
Le Caretta caretta sono le tartarughe più comuni del Mediterraneo. Ma da sempre rischiano di scomparire dai nostri mari. La IUCN Red List (classifica internazionale delle specie più minacciate del mondo) indica questi animali come “vulnerabili”. Sono infatti disturbate dall’inquinamento marino, dalla distruzione del loro habitat naturale, e dalle azioni non sempre corrette dei pescatori. Sono esemplari robusti che possono arrivare a pesare fino a 160 chilogrammi. Le principale aree di nidificazioni in Italia si riscontrano in Calabria, in Sicilia, e presso la spiaggia dell’Isola dei Conigli di Lampedusa.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com