Che lo scorso luglio in Italia sia stato un mese caldissimo non fa più notizia, ma archiviare il fenomeno con le prime piogge di fine estate sarebbe l’equivalente ambientalista del vecchio detto “Passata la festa, gabbato lo Santo”.
Se, infatti, la straordinaria ( e lunga) ondata di caldo poteva essere imputata alla permanenza sulla nostra penisola dell’anticiclone africano, ora arrivano i dati globali che riguardano l’intero pianeta Terra. Secondo i ricercatori dell’US National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), il luglio 2015 è stato per la Terra il mese più caldo mai registrato da quando vengono effettuate regolari misurazioni del clima (1880).
Nel mese di luglio è stata registrata una temperatura media globale del Pianeta di 16,6 °C, + 0,08 °C rispetto al precedente record stabilito nel 1998. Per chi non è esperto di clima, ricordiamo che tale differenza nelle medie è un dato estremamente significativo.
Altro dato preoccupante è che 9 dei 10 record di temperatura sono stati registrati dal 2005 a oggi. Un chiaro segnale della concretezza del fenomeno del riscaldamento globale. “Il mondo si sta riscaldando, lo mostrano ancora una volta i nostri dati” ha dichiarato Jake Crouch, fisico ricercatore del NOAA.
“Ora che possiamo cominciare a ipotizzare che il 2105 sarà l’anno più caldo mai registrato, quale sarà l’impatto sulla popolazione mondiale?” si chiede Crouch.
Dal punto di vista climatico, i due principali imputati di questi record di caldo sono i livelli di biossido di carbonio nell’atmosfera e il fenomeno del Nino nell’Oceano Pacifico. Gli oceani, infatti, assorbono gran parte della temperatura della Terra e quando si registra un anomalo riscaldamento dell’Oceano Pacifico con correnti calde che si dirigono verso il Nordamerica (evento comunemente conosciuto come El Nino), allora l’effetto “calmierante” viene meno e il clima risulta più caldo.
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