Da metà luglio l’Europa ha raggiunto il Fish Dependence Day; questo significa che d’ora in avanti e fino alla fine dell’anno per soddisfare le richieste complessive di pescato dei consumatori del Vecchio Continente gli stati comunitari dipenderanno dalle importazioni di pesce, crostacei e molluschi.
In Italia pesce finito dal 6 aprile
La Giornata in cui ricorre il Fish Dependence Day è differente per ogni Paese: il 17 gennaio è toccato all’Austria, il 15 febbraio alla Slovenia, il 18 febbraio alla Slovacchia, il 22 febbraio al Belgio, il 29 febbraio alla Romania, il 6 aprile all’Italia, il 30 aprile alla Lituania, il 4 maggio alla Germania, il 5 maggio al Portogallo, il 26 maggio alla Spagna.
E, nonostante Estonia, Croazia, Irlanda e i Paesi Bassi siano ancora in grado di soddisfare autonomamente le richieste nazionali, a livello comunitario l’Europa dovrà fare affidamento solo sull’import, proveniente in larga parte da paesi in via di sviluppo.
Si pesca meno ma peggio
Quest’anno il Fish Dependence Day europeo è arrivato un mese prima rispetto agli anni passati. Si pensi che fino a trent’anni fa l’Europa riusciva a soddisfare la propria domanda interna con pesca e allevamento locali fino a settembre o ottobre.
«In poco più di 3 mesi, l’Italia ha consumato l’equivalente dell’intera produzione ittica annuale nazionale e la restante parte dell’anno dipenderà dalle importazioni di pesce, soprattutto dai paesi in via di sviluppo – ha spiegato la presidente di WWF Italia, Donatella Bianchi –. È nostro dovere gestire gli oceani con più attenzione se vogliamo che il pesce continui a nutrire le generazioni future: oggi assistiamo a una inversione di paradigma, il settore ittico è in crisi, i pescatori diminuiscono ma non lo sforzo di pesca. Significa che si pesca meno ma peggio».
Secondo un recente report della Fao, inoltre, circa il 33% degli stock ittici globali è in stato di sovrasfruttamento e circa il 60% viene pescato al massimo della propria capacità.
Il consumo pro capite
Rispetto ai consumi pro capite, l’Italia è all’ottavo posto in Europa: gli italiani consumano in media 28,9 chilogrammi di pescato all’anno, ben sopra la media europea che è di 22,7 kg all’anno.
In questa classifica siamo preceduti da Portogallo (55,3 kg), Spagna (46,2 kg), Lituania (44,7 kg), Francia (34,4 kg), Svezia (33,2 kg), Lussemburgo (33,1 kg) e Malta (32 kg).
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