Nei boschi relitti della pianura veneta si trova una mirabile sintesi di quella che era la ricchezza floristica delle antiche foreste padane.
Tale varietà risulta ancora elevata nonostante le trasformazioni antropiche siano state di grande portata. Il contingente floristico è formato da specie che sono presenti con popolamenti ridottissimi e dunque con distribuzione puntiforme, in qualche caso esclusiva dell’intera pianura veneta orientale.
Fiori, indicatori forestali
Ma vediamo quali sono questi testimoni viventi della passata estensione del querceto-carpineto planiziale.
Già ai primi di marzo nei boschi è possibile dedicarsi al riconoscimento delle specie di fiori che fioriscono in “anticipo”, compiendo velocemente il loro ciclo riproduttivo, sfruttando la luce che giunge al suolo prima che gli alberi emettano le foglie.
Innanzitutto la specie che annuncia la primavera, la Primula comune (Primula vulgaris), che fiorisce tra febbraio-marzo; la profonda alterazione dei limitati biotopi di querceto presenti in epoca protostorica ne ha di fatto determinato la scomparsa pressoché totale.
Un’altra specie che incontriamo, simbolo dei boschi planiziali, è l’Anemone dei boschi (Anemone nemorosa). La sua fioritura è rigogliosa e appariscente, tappezzando di bianco il marrone della lettiera. Nella pianura veneta è tipica dei boschi residui e si trova solo al loro interno o presso folte siepi e parchi storici che ricreano in qualche modo l’ambiente originario. Diffusa anche in ambiente collinare e prealpino, indica l’antica continuità dei boschi, che un tempo si estendevano dai rilievi alla pianura.
Le varietà primaverili
Nella fase iniziale della primavera osserviamo però un tappeto variopinto.
Spicca la Pervinca minore (Vinca minor), che fiorisce tra marzo e aprile, con i fiori azzurro-violetto, formati da una corolla a cinque petali subtriangolari leggermente ruotati. Si trova in boschi misti, nelle boscaglie e nelle siepi, dalla pianura alla collina, fino a circa 1200 m d’altitudine. Nella pianura veneta si trova nelle stazioni nemorali mesofile e presso siepi agrarie. Anticamente era ritenuta simbolo di immortalità e gli erboristi del XVII secolo la consigliavano per accrescere la fertilità.
La Polmonaria (Pulmonaria officinalis), con le foglie verde-scuro macchiate di bianco; i fiori, a grup petti, sono dapprima rosa e poi azzurro-violetto. Questo cambiamento di colore avviene quando il fiore viene fecondato ad opera degli insetti, soprattutto imenotteri. Nella pianura veneta ha una distribuzione discontinua presso siepi e querceti mesofili. Come suggerisce il suo nome, è un’antica pianta medicinale, che un tempo veniva utilizzata per lenire le infiammazioni alle prime vie respira torie.
Un’altra pianta è il Sigillo di Salomone maggiore (Polygonatum multiflorum), con fiori meno evidenti, in gruppetti penduli di due-cinque elementi, campanulati di color biancastro. Il frutto è una bacca globosa nero-bluastra di 8-10 mm. Fiorisce in aprile-maggio. Nella pianura veneta è pre sente prevalentemente nei querceti residui o presso consistenti siepi.
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