A un mese dall’inizio degli sversamenti del fiume Daldaykan, il colosso russo Norilsk Nikel è stato dichiarato colpevole del disastro ambientale che ha tinto di rosso le acque del fiume.
Allo stabilimento – che è il più grande produttore al mondo di nickel e palladio – è stata, però, comminata una multa di 40mila rubli, pari a poche centinaia di euro.
Dopo aver cercato di negare l’accaduto, l’azienda ha dovuto ammettere le proprie responsabilità: un guasto all’impianto di filtraggio causato da forti piogge ha fatto riversare nel fiume Daldaykan quantità ingenti di acque contaminate dalla lavorazione dei metalli.
La denuncia della sezione russa di Greenpeace non si è fatta attendere, spiegando come lo sversamento avrà conseguenze importanti sull’ecosistema del fiume.
Dall’altro canto, l’azienda ha cercato di minimizzare l’accaduto, spiegando come nel giro di poco le acque del fiume torneranno alla loro colorazione naturale.
«Il danno ambientale si è verificato in una zona remota – ha spiegato il portavoce dei Greenpeace Russia – Alexei Kiselyov. Fare la conta dei danni sarà difficile».
Già da tempo gli attivisti denunciano le scarse condizioni di sicurezza ambientale in cui il grosso impianto opera.
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