Ho sempre avuto un debole per i limicoli. Questi uccelli color del fango esercitano su di me una forte attrazione, anche perché la loro fotografia è spesso difficoltosa e necessita di accorgimenti. Se escludiamo i capanni fissi delle oasi, dove i limicoli abituati alla struttura possono arrivare fin sotto le feritoie, fotografare i limicoli nelle paludi e nelle valli è spesso un’impresa difficile. Innanzitutto albastrelli, totani, pantane e compagni hanno sempre una certa diffidenza e si accorgono subito quando l’ambiente mostra qualche segno di cambiamento. Un capanno che prima non c’era e adesso c’è non passa certo inosservato e, quindi, gli uccelli girano alla larga. L’ideale sarebbe lasciare il capanno sul posto qualche tempo, ma molto spesso ciò non è possibile, soprattutto se ci troviamo in zone demaniali dove, ovviamente, non possiamo privatizzarci un lembo di suolo accessibile a tutti. La situazione è diversa nei posti privati dove, con il permesso del proprietario, possiamo costruire un appostamento fisso.
Ad ogni modo chi desidera fotografare i limicoli, deve innanzitutto individuare la loro area di pastura, inevitabilmente situata in luoghi umidi con l’acqua bassissima, e valutare dove collocare il nascondiglio per avere il meno possibile un forte impatto visivo. Se l’area di frequentazione dei limicoli è delimitata da una striscia di canneto ci troviamo facilitati, ma se l’area è completamente aperta sappiate che le possibilità di insuccesso sono altissime. Le ottiche da usare sono obbligatoriamente costituite da obiettivi spinti, almeno un 500 mm o anche più, mentre le ore migliori sono sempre quelle del primo mattino e del tardo pomeriggio.
Come è stata scattata la foto
I limicoli che vedete fotografati, il totano moro, la pantana e l’albastrello, sono stati ripresi con un obiettivo 500 mmm da un appostamento temporaneo, collocato ai margini delle canne in una zona adiacente le valli di Comacchio.
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