Fotografare l’ orso polare richiede, dal punto di vista tecnico, qualche accorgimento. La presenza di neve e ghiaccio, infatti, spesso confondono l’esposimetro, che tende a rendere il bianco come tonalità media di grigio; pertanto, per ottenere le reali cromie, è necessario compensare in base alla direzione della luce. Normalmente è sufficiente una leggera sovraesposizione, ma verificate il risultato con l’istogramma perché il rischio di bruciare alcune zone dell’inquadratura è alto. Inoltre, è meglio usare un filtro graduato neutro da 0,6 nei controluce, mentre il polarizzatore è utile, sia con il 70-200 mm, sia con il grandangolo. Poi, quando nevica, usate il fuoco manuale poiché l’autofocus potrebbe cogliere i fiocchi di neve invece dell’ orso. Come ottiche sono sufficienti il 300 mm, il 70-200 mm e un medio grandangolo, mentre un buon treppiede è indispensabile per scattare con le ottiche lunghe. Munitevi di un sistema impermeabile per difendere l’attrezzatura da pioggia, neve e umidità, e conservate le batterie di scorta vicino al corpo per tenerle al caldo. Infine, state attenti alla condensa: per evitarla, prima di usare l’attrezzatura, acclimatatela per un breve periodo all’esterno.
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