“Collaborazione” è questa la regola base nelle famiglie di cicogna bianca (Ciconia ciconia) dove il maschio e la femmina lavorano insieme in ogni fase, dalla costruzione del nido, alla cova, fino all’allevamento e alla protezione dei pulcini dai predatori e perfino dai raggi diretti del sole contro i quali loro ombra con il corpo. Ma quando qualcosa non funziona in questa sinergia di coppia, i piccoli sono in pericolo e per cavarsela hanno bisogno dell’intervento umano.
Così, infatti, è accaduto nei giorni scorsi in Toscana, ai margini della grande area umida di Fucecchio, dove il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione della riserva naturale è dovuto intervenire per recuperare un pulcino di circa 25 giorni fortemente disidratato. «Dopo aver notato per alcuni giorni – spiega Enrico Zarri del Centro – l’assenza prolungata di uno dei genitori dal nido e il conseguente semiabbandono del piccolo, scarsamente alimentato dal genitore rimasto e lasciato per ore sotto il sole cocente, abbiano deciso di prendere provvedimenti. Grazie al supporto dei vigli del fuoco, che ci hanno fornito una scala sufficientemente lunga per raggiungere il nido, realizzato nel 2005 su un traliccio Enel a 24-25 metri d’altezza, abbiamo prelevato il pulcino dall’aspetto fortemente malridotto. Da qui una corsa contro il tempo per portarlo a Livorno, presso il Cruma (Centro Recupero Uccelli Marini e Acquatici della Lipu), dove è stato subito messo sotto flebo. Malgrado l’animale non fosse in buone condizioni si è ripreso e ora mangia da solo e ha imparato a sollevarsi sulle sue sottili e tremule zampe. La piccola cicogna verrà quindi allevata a mano e poi liberata a fine estate o alla prossima primavera».
Il perché del comportamento del genitore “latitante” resta un mistero ma la sera, dopo il recupero del piccolo, mamma e papà erano regolarmente nel nido, ormai vuoto. «Questa nascita – dice Zarri – è stata piuttosto tardiva rispetto alle altre della zona (sono presenti una decina di nidi), dove i giovani si sono già involati, perché il maschio era rimasto senza compagna e ha impiegato diverso tempo per trovarne una nuova, la quale, tuttavia, era probabilmente alla sua prima esperienza di nidificazione. Questo, potrebbe essere uno dei motivi che non ha permesso alla coppia di comportarsi al meglio».
La presenza delle cicogne nella Riserva Naturale di Fucecchio è recente ed è frutto di un progetto del 2000 del Centro Carapax di Grosseto per la ripopolazione della specie. «Attualmente – conclude Zarri – le nostre cicogne non migrano e restano in zona tutto l’anno ma le prossime generazioni, presumibilmente, così come in altri progetti analoghi, ritroveranno il loro istinto e alla fine di ogni estate ripartiranno per l’Africa».
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