La caccia deve restare fuori dalle aule di scuola e i più giovani non devono essere esposti alla violenza delle armi.
Il dibattito si è acceso a seguito all’incontro di alcuni cacciatori con gli alunni di due scuole di Gardone e Marcheno, comuni in provincia di Brescia; secondo quanto riferito dal quotidiano Il Giorno, l’evento sarebbe stato promosso dal locale Consorzio Armaioli. I cacciatori – ci tengono a precisare – non avrebbero portato in classe alcuna arma, ma solo i cani e alcuni animali imbalsamati, bottino delle battute venatorie.
«L’obiettivo è fare conoscere ai bimbi la realtà – ha spiegato il presidente del Consorzio, Pierangelo Pedersoli, in un’intervista rilasciata al quotidiano –. Ovviamente non portiamo in classe le armi. Il cacciatore crea dei giardini in montagna, pulisce sentieri e fossi, tiene in ordine i boschi. È una figura positiva. Non siamo né vecchi né imbecilli. Cacciamo, è vero, ma facciamo prelievi di fauna controllati. E ci occupiamo del contenimento dei cinghiali, la cui espansione è un problema. Gli animalisti siamo noi, non chi gira sotto i portici con il cane al guinzaglio e il cappottino».
Lo sdegno degli ambientalisti
L’intervento ha scatenato la protesta del mondo ambientalista, che si è detto fermamente contrario a questa iniziativa.
«Chiediamo al Ministro della Pubblica Istruzione e alle istituzioni regionali competenti di non autorizzare più né promuovere in alcun modo “lezioni di caccia e di armi” nelle scuole, in particolare nelle primarie dove i piccoli studenti possono essere facilmente impressionabili e condizionati», si legge in una nota del WWF.
La petizione per dire No
Contro le lezioni di caccia è stata lanciata anche una petizione rivolta al Ministro della Pubblica Istruzione e agli Assessori Regionali e Provinciali di competenza. La richiesta è solo una: che la cultura delle doppiette non entri mai nelle classi.
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