Un’insolita, ma pesante fonte di impatto nei confronti della piccola fauna selvatica (uccelli, rettili, anfibi, micromammiferi) è rappresentata dai sempre più numerosi gatti domestici che frequentano le nostre campagne attorno a cascine, paesi e città, da cui si allontanano anche per alcuni chilometri.
Sia che si tratti di animali domestici lasciati liberi dai padroni per le loro escursioni quotidiane, sia di soggetti praticamente rinselvatichiti (i cosiddetti gatti ferali), il gatto (Felis catus) è un vero e proprio distruttore di biodiversità.
Secondo numerosi ricercatori e varie organizzazioni scientifiche come l’International Union for Conservation of Nature (IUCN) o Birdflife International, nonché un gruppo di ricercatori dell’Università di Siena, solo in Italia sono oltre 207 le specie che possono essere predate dai gatti, tra cui almeno una trentina sono inserite nelle liste rosse delle specie minacciate. Le prede preferite dei gatti domestici vaganti sono uccelli e piccoli mammiferi, come i passeriformi e i roditori, seguiti da piccoli rettili come lucertole, biacchi e ramarri.
Tali predazioni diventano poi dei veri e propri massacri in situazioni circoscritte o dove gli animali arrivano provati dai voli migratori, come per esempio le piccole isole del Mediterraneo.
Secondo il gruppo di ornitologi del MISC coordinati da Andrea Corso che da circa 16 anni studiano le migrazioni autunnali a Linosa, gli oltre 400 gatti che ormai letteralmente infestano la piccola isola delle Pelagie uccidono quasi 300-400 uccelli al giorno.
Sono state osservate predazioni dirette su pettirossi, codirossi, lucherini, sterpazzoline, prispoloni, pispole, codirossi spazzacamino, merli, capinere, ecc. Il rarissimo zigolo minore osservato quest’anno ai primi di ottobre è sopravvissuto 2 giorni: dopo è stato catturato come altre rarità censite sull’isola quale lo zigolo dal collare e il re di quaglie.
Gli uccelli arrivano sfiniti dopo il lungo volo migratorio e vengono così facilmente catturati e uccisi dai gatti. Lo stesso in altre realtà come Capraia, il Giglio, Ventotene, Santo Stefano, Procida, San Pietro, ecc.
La situazione, sebbene drammatica, assume poi alcuni aspetti imbarazzanti. Il micio domestico ha infatti un’immagine simpatica e innocua e gli stessi proprietari dei gatti fanno fatica a rendersi conto e ad accettare il “lato oscuro” dei loro animali.
Pertanto soluzioni drastiche come la sterilizzazione o l’abbattimento (come è stato fatto in alcune realtà estere come l’Australia o le isole Mauritius), sono difficili da proporre e ancor di più da attuare. Corso propone al sindaco di Lampedusa (di cui fa parte Linosa) di obbligare i proprietari dei gatti almeno di dotare i loro animali di collari muniti di campanellini, in modo da aumentare le possibilità alle prede di sfuggire ai loro micidiali agguati.
Sarebbe una piccola azione che probabilmente non risolverebbe il problema, ma almeno diminuirebbe gli impatti dei felini sul resto della fauna locale.
SEMPRE INFORMATI!
Per rimanere aggiornato su tutte le news sulla Natura, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter di rivistanatura.com
Basta inserire l’indirizzo e-mail nell’apposito modulo qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscriviti”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di Natura! È gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com