Fino ad oggi si era creduto che vi fosse un’unica specie di giraffa e che, all’interno di questa, si contassero diverse sottospecie.
Uno studio condotto dal Senckenberg Biodiversity and Climate Research Centre e pubblicato sulla rivista Current Biology dimostrerebbe, però, che non è affatto così: le specie di questo mammifero sarebbero ben quattro, ognuna delle quali contraddistinta da caratteristiche peculiari.
Come è stato condotto lo studio
Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno prelevato alcuni campioni di tessuto da 190 individui provenienti da tutto il territorio africano. L’analisi del Dna ha messo in evidenza come gli animali mostrassero tratti profondamente diversi gli uni dagli altri.
«Possiamo affermare che tra una sotto specie di giraffa e l’altra ci sono le stesse differenze che intercorrono tra un orso polare ed uno bruno –, ha spiegato alla BBC il genetista Axel Janke che ha condotto lo studio –. Le differenze a livello genetico sono molto marcate».
Per andare più a fondo si è passati dall’analisi del Dna mitocondriale a quella del Dna nucleare. «Da analisi più approfondite è emerso che la giraffa settentrionale aveva tratti genetici differenti rispetto a quella reticolata», ha aggiunto Janke.
Era chiaro, insomma, che si tratta di specie differenti.
Quali sono le quattro specie di giraffa
Le quattro specie sono la giraffa settentrionale (Giraffa camelopardalis) – che al suo interno conta anche la sottospecie nubiana (Giraffa camelopardalis camelopardalis) –, la giraffa somala o reticolata (Giraffa reticulata), la giraffa masai (Giraffa tippelskirchi) e la giraffa sudafricana (Giraffa giraffa giraffa).
Le conseguenze della scoperta
La scoperta delle quattro distinte specie di questo animale avrà importanti ripercussioni sulla conservazione del mammifero più alto del modo, la cui popolazione è calata del 40% negli ultimi 15 anni, arrivando a contare circa 90mila individui.
La nuova classificazione consentirà, infatti, di ricalcolare il numero degli esemplari esistenti per ogni specie e di includerle, qualora fosse necessario, nel programma dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura delle specie minacciate.
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