Con l’arrivo dell’inverno per molti volatili arriva la stagione critica, nella quale il reperimento diventa più difficile.
Per alcuni uccelli di piccole dimensioni, perdere uno o due grammi di peso corporeo significa rischiare la morte per inedia. Ma gli uomini possono dare una mano offrendo cibo nelle apposite mangiatoie. Una pratica che ci consente osservazioni costanti e divertenti, talvolta persino di specie rare o inusuali.
Una volta procurata la mangiatoia, ci si chiede quale sia il cibo perfetto, più attrattivo e idoneo per i nostri uccelli.
Una recente e interessantissima ricerca condotta in Polonia da un team coordinato da Kara Belinsky e pubblicata sulla rivista Avian Conservation and Ecology ha indagato proprio su questo aspetto.
Gli ornitologi hanno monitorato le aree urbane e agricole inserendo nelle mangiatoie quattro alimenti molto graditi e adatti agli uccelli oggetto dello studio.
A dispetto della sua forte contrazione demografica su scala europea, il passero è stata la specie che ha frequentato di più le mangiatoie, ma anche cinciallegre, cinciarelle, picchi rossi maggiori, storni, pettirossi, verdoni hanno visitato in gran numero e con regolarità i siti.
Per poter ottenere un risultato scientifico credibile sono state installate mangiatoie con gli stessi alimenti, stessi quantitativi e medesima distribuzione.
Ecco gli alimenti forniti
Il menù era così composto: grasso di maiale (Sus scrofa f. Domestica), semi di girasole (Helianthus annuus), semi di miglio (specie autoctona Panicum miliaceum) e frutti secchi di sorbo (Sorbus aucuparia).
Lo studio è stato monitorato con fototrappole e con il rilievo degli alimenti consumati al termine di 48 ore.
Alla fine dell’esperimento è stato possibile decretare un vincitore: l’alimento unilateralmente più consumato sono stati i semi di girasole.
Un risultato che in realtà è una conferma per chi lo usa da anni sapendo che è molto gradito anche da uccelli più piccoli come le cince.
Il girasole
Il girasole non è un alimento autoctono europeo, ma è stato definito un criterio scientifico e un periodo-finestra per il quale un nuovo alimento può essere accettato, riconosciuto e consumato da una specie autoctona. Per questo è stato appurato che devono trascorrere almeno 50 generazioni in un areale dove non è presente l’alimento indagato, come il girasole appunto.
Una scoperta simile è stata ottenuta negli Stati Uniti dove le passere domestiche (Passer domesticus) preferiscono il miglio rispetto ai semi di erbe e prati autoctoni della prateria! La fame aguzza l’ingegno…
Specialmente in relazione ai piccoli uccelli, gli ornitologi hanno ipotizzato che il seme di girasole viene preferito per le sue dimensioni superiori. Può essere infatti trasportato lontano dalla mangiatoia e consumato in un posto più tranquillo.
Tuttavia, alcuni uccelli non amano i semi di girasole, pertanto è sempre consigliabile offrire un mix più ricco possibile.
Insomma, continuiamo a costruire mangiatoie e a cimentarci in ricette da veri cuochi gourmet per pennuti… loro gradiranno certamente!
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