La sopravvivenza del gambero di fiume europeo (A. pallipes) è gravemente compromessa a causa di diverse minacce, principalmente legate all’antropizzazione degli ecosistemi acquatici e all’introduzione di specie aliene invasive. In particolare, i gamberi alloctoni costituiscono una forte minaccia, in quanto portatori asintomatici della peste di gambero, responsabile della rapida estinzione delle popolazioni locali.
Negli ultimi 50 anni, le popolazioni di gambero di fiume hanno subito un forte declino in tutta Europa e attualmente, in Italia, la loro presenza è principalmente limitata a piccoli corsi d’acqua in cui i gamberi alloctoni invasivi non si sono ancora espansi e l’antropizzazione dell’habitat è limitata.
Il progetto Life Claw, coordinato dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, sta realizzando un programma di conservazione del gambero di fiume europeo che coinvolge diversi partner in Emilia-Romagna e in Liguria.
I centri di riproduzione sono a Monchio delle Corti e a Corniglio, in provincia di Parma; a Fontanigorda, in provincia di Genova; a Frignoli, in provincia di Massa Carrara.
Gli incubatoi sono stati realizzati adeguando vasche per l’allevamento dei pesci create nel dopoguerra e successivamente dismesse.
Gli stagni di forma rettangolare, alimentati da acqua di sorgente, sono dotati di protezioni, sia per ombreggiare, sia per impedire l’ovideposizione delle libellule, le cui larve sono predatrici dei giovani gamberi.
Il centro di Frignoli, realizzato dall’unione dei Comuni Mantana della Lunigiana, è gestito direttamente dal Personale di progetto del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.
Introduzione di oltre 1.500 giovani esemplari
A settembre dello scorso anno, il progetto Life Claw ha raggiuto l’importante traguardo dell’introduzione nei corsi d’acqua ritenuti idonei di oltre 1.500 giovani esemplari di gambero di fiume europeo riprodotti presso i centri emiliani e ligure.
I ricercatori del progetto per la conservazione del gambero di fiume hanno avviato una nuova stagione riproduttiva, che porterà all’introduzione di nuovi piccoli gamberi nei corsi d’acqua dell’Appennino Nord Occidentale.
Oltre 400 riproduttori, individuati grazie alle indagini bio-ecologiche, genetiche e veterinarie condotte dall’Università degli Studi di Pavia, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, erano stati trasferiti presso i centri di riproduzione a settembre scorso.
In questa stagione avverrà la schiusa delle uova e a settembre i giovani gamberi verranno introdotti nei corsi d’acqua risultati idonei, dopo aver svolto le opportune indagini sanitarie per verificare il loro stato di salute.
I partner del progetto Life Claw che affiancano il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano sono: l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, il Parco Naturale Regionale dell’Antola, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università degli Studi di Pavia, Acquario di Genova-Costa Edutainment e il Comune di Fontanigorda.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com