L’Unione Europea potrebbe concedere il rinnovo per l’utilizzo del glifosato.
L’autorizzazione all’uso dell’erbicida negli stati dell’Unione Europea è scaduta lo scorso 31 dicembre ma, in attesa della revisione da parte della commissione paritetica e della consultazione con gli Stati membri, è stata concessa una proroga fino al prossimo giugno.
Il parere comune degli Stati pare quello di voler rinnovare l’autorizzazione per i prossimi 15 anni. Unico “no” quello espresso dalla Svezia, che si è detta fermamente contraria all’utilizzo del glifosato.
Sulla reale pericolosità del composto chimico le opinioni sono discordanti. Per l’IARC (International agency for research on cancer) il glifosato rappresenta un pericolo per la salute tanto da averlo definito come “sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l’uomo”.
Di parere contrario è invece l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo del glifosato.
Schierate contro anche 32 associazioni
L’Italia è uno dei maggiori utilizzatori di questo pesticida, che è stato persino incluso nel Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN).
Attualmente, sono oltre 750 i formulati che contengono questo composto. Tra questi vi è anche il Roundup®, erbicida proposto dalla Monsanto in abbinamento a sementi Ogm. Ma non solo: il composto chimico è anche ampiamente utilizzato nella cura del verde pubblico e dei parchi.
Per dire no al rinnovo dell’autorizzazione sono scese in campo anche 32 associazioni nazionali e che hanno espresso forte preoccupazione. “Al Governo italiano rinnoviamo la richiesta già fatta nei mesi scorsi, e che ad oggi non ha ancora ricevuto nessuna risposta, ovvero quella di prendere una posizione chiara in sede europea che vieti definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato – ha spiegato Maria Grazia Mammuccini, portavoce del tavolo delle associazioni -. Inoltre, chiediamo alle Regioni di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere le aziende che ne fanno uso da qualsiasi premio nell’ambito dei PSR 2014 – 2020. Le alternative al glifosato ci sono e vanno rese note e incentivate, sia per l’agricoltura, che per la manutenzione del verde pubblico”.
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