Va in onda sulle reti Sky in queste settimane la seconda stagione della serie televisiva Gomorra. Dal romanzo originale di Roberto Saviano si allontana parecchio, resta però quella parte livida e disperata del libro, quel mondo oscuro e demoniaco dove non ci sono personaggi positivi.
Il teatro delle vicende che si narrano è Napoli. Una città che non lascia spazio alla clemenza, un luogo dove trovano spazio solo i sentimenti più neri. Una periferia triste che più triste non si può, impietosa e sporcata ancora di più dal sangue che scorre a fiumi.
Le vele di Scampia ci appaiono come il fondale di una civiltà esausta, affogata nella sua bruttezza. Al regista e agli attori sono già stati tributati meriti, ma la parte che a me più interessa, quella che trovo sconvolgente, è proprio questa irrimediabile e intollerabile bruttezza, che spaventa e seduce.
I protagonisti, che – ricordiamolo – sono simili a tanti criminali veri, frequentano sempre e soltanto luoghi orribili e decadenti. Se poveri e disgraziati vivono in loculi bui e scrostati, se agiati (la loro ricchezza si nutre solo del male) e boriosi si creano case inverosimili, ancora più brutte delle prime nella loro squallida volgarità. Mai appaiono scorci della Napoli che, pur tra mille problemi e difficoltà, fa ancora innamorare i turisti di mezzo mondo. È una scelta narrativa precisa, dietro la quale ci cela – e neppure tanto – un messaggio inequivocabile: la criminalità e la sopraffazione proliferano nella mala edilizia, nel cemento che prevarica, nella bruttezza, appunto.
Una bruttezza costruita con perizia da politici seriali corrotti e dai loro amici palazzinari malavitosi. Ecco allora che emerge una sacrosanta verità: la riqualificazione urbana, la ricostruzione del paesaggio e la bonifica dei territori sono un passaggio ineludibile per la rinascita non solo di Napoli e delle sue periferie, ma di buona parte di questo disgraziato Paese, che per troppo tempo abbiamo abbandonato nelle mani di chi odia l’Italia, attenta al suo patrimonio storico e naturale, incoraggia il disprezzo delle leggi, invoca la bruttezza. Alla quale restano incatenate fette ampie della popolazione.
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