Sgnepa – per i non lombardi – è il beccaccino: il termine trova interessanti corrispondenze, da comune derivazione, nel tedesco Schnepfe (che indica la famiglia degli Scolopacidae) e nell’inglese snipe.
A trovare siffatte consonanze mica solo il sottoscritto: anche il grande Gianni Brera – per me da sempre modello, ahinoi inarrivabile e ineguagliabile – ne parlò in un suo scritto, quale esempio di una koinè che lega le brume della Val Padana a quelle del Reno e del Tamigi.
La summenzionata sgnepa non è peraltro esempio isolato offerto dal nostro vernacolo: pensiamo al garganell (alzavola) che vale l’inglese garganey, o al galbee (rigogolo) che fa andare con la mente al tedesco gelb (giallo, tonalità che rende il rigogolo meravigliosamente inconfondibile).
La scelta del Gioann non era casuale, ma derivante – oltre che dalla passione per idiomi e radici linguistiche, tra glottologia ed etnologia – da brividi venatori, suscitati dal suddetto beccaccino. Ah, umanissime incoerenze e contraddizioni: più dell’avversione per cacciatori e bracconieri può, in questo caso, la mia condizione di Senzabrera, termine coniato per raccogliere tutti quelli che si sentono orfani del grande giornalista e scrittore, mancato il 19 dicembre del 1992. Scenari di argini e di golene, il fluire di Po e di Olona: pagine e pagine di natura nell’opera del Brera, che non fu solo fatta di cronache e commenti sportivi, su tutto la pedata e il pedale.
E poi la Lombardità, quel sentire che mi accomuna al Gioann, innamorati come siamo delle nostre lande, per i più tristi e bruttate da clima laido. Bello ricordare che con il nostro mi trovo a condividere una Brianzolità: pavese di nascita e di schiatta, si fece brianzolo, equoreo, come ebbe a dire, avendo preso casa in quel del Lago di Pusiano.
Notazioni naturalistiche nell’opera del Gran Lombardo, si diceva. E con esse, concetti presi dalle discipline scientifiche. Non è forse applicazione dell’etologia, la nozione di “memoria biostorica”, applicata a popoli e singoli personaggi? O, ancora, non ricordano schede da atlante di zoologia molte sue descrizioni di eroi dello sport? Per me – inguaribile Senzabrera, appassionato di natura e di pallone, e ciclista totale –, il piacere infinito di trovare inesauribili spunti tra le sue pagine, e di gustare gioielli e annotazioni linguistiche.
Qualche suggerimento bibliografico
Lasciando da parte, nell’occasione, le tante pubblicazioni sul calcio, belle pagine di natura e di geografia breriane si trovano in “L’Arcimatto (1960-1966)” e ne “La bocca del leone. L’Arcimatto (1967-1973)”, raccolte di articoli dall’omonima rubrica. E in “Storie dei Lombardi”: aneddoti e personaggi da una Lombardia che sconfina non di rado oltre Po e Ticino. E, ancora, in “Lombardia amore mio”. Per gli appassionati delle due ruote, “Addio, bicicletta” (“nata come anticavallo”) e la meravigliosa biografia “Coppi e il diavolo”.
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