Dopo 55 giorni di cova, è nato in queste ore il secondo grifone della stagione riproduttiva 2019 della colonia del Parco dei Nebrodi, in Sicilia. Come in un vero e proprio “reality show” naturalistico, uno dei nidi della folta colonia di rapaci necrofagi che vivono tra le pareti calcaree delle Rocche del Crasto, viene monitorato h24 con una telecamera che invia le immagini in tempo reale alla pagina ufficiale del sito del Parco. Nelle scorse ore dunque centinaia di persone hanno potuto assistere in diretta alla spettacolare schiusa dell’uovo, seguita poi dal posizionamento del genitore sopra il pulcino. Adesso i ricercatori e gli operatori dell’Ente Parco sono in attesa di potere vedere l’esemplare per verificarne lo stato di salute. Se tutto andrà bene, come si spera, entro 110 giorni si potrà assistere all’emozionante momento dell’involo, sempre in diretta web. Non tutti i nidi sono ovviamente monitorati, ed infatti proprio ad inizio anno i ricercatori hanno scoperto con sorpresa la presenza di un giovanissimo esemplare, probabilmente nato alla fine del 2018. «Questo pulcino di grifone riesce ad alzarsi per ricevere le imbeccate da parte dei genitori, pertanto dovrebbe avere almeno 10 giorni – ha spiegato qualche settimana fa lo zoologo Antonio Spinnato al quotidiano messinese 98zero – considerato che la cova dura circa 56 giorni, la deposizione dell’uovo in questa nidificazione deve essere avvenuta alla fine di dicembre. Le coppie dei grifoni attualmente seguite sono circa 30, ma negli anfratti delle alte pareti rocciose, siti di nidificazione di questi uccelli necrofagi, quasi ad ogni monitoraggio sono state trovate nuovi nidi, quindi il numero delle coppie riproduttive accertate è in crescita».
I grifoni siciliani
Un tempo diffusi in tutta la Sicilia, i grifoni sono scomparsi dall’isola negli anni ’60. L’ultima colonia viveva proprio tra le pareti delle Rocche del Crasto, sopra Alcara Li Fusi, nello stesso luogo in cui oggi si celebrano le nuove nascite. Dopo un’assenza durata oltre 40 anni, il progetto di reintroduzione è iniziato nel 1998, coinvolgendo i Parchi Regionali dei Nebrodi e delle Madonie ed utilizzando esemplari provenienti dalla Spagna, grazie ad una collaborazione con l’ente spagnolo Grupo de Rehabilitación de la Fauna Autóctona y su Hábitat (G.R.E.F.A.). Prima di essere rilasciati in natura, gli avvoltoi sono stati ospitati in voliere di acclimatazione costruite nei pressi di siti storici di nidificazione, le Rocche del Crasto nel caso dei Nebrodi e Piano Zucchi sulle Madonie. Gli uccelli sono stati tutti inanellati con codici identificativi e progressivamente rilasciati in entrambi i siti. Lunghi periodi di osservazione hanno portato, tra il 2005 ed il 2008, a decretare il successo della formazione di una prima colonia in Sicilia proprio nello storico sito delle Rocche del Crasto. Sulle Madonie invece, purtroppo, nessuna coppia ha deciso di fermarsi: molti esemplari sono volati via, altri hanno raggiunto il sito dei Nebrodi ed altri ancora sono stati purtroppo abbattuti. Oggi nel sito nebroideo si contano oltre cento individui ed esso costituisce dunque una potenziale base di partenza per la ricolonizzazione dei cieli della Sicilia. Sulle Madonie, per esempio, negli ultimi due anni è stato avviato un progetto per richiamare gli avvoltoi dei vicini Nebrodi in altri siti storici di nidificazione, come le pareti di Pizzo Carbonara e di Pizzo Canna, attraverso l’installazione di carnai in punti strategici. Ancora il progetto non ha dato i risultati sperati, ma si spera che con la crescita della colonia nebroidea, presto potremo tornare ad ammirare volteggiare questi straordinari rapaci sul resto dell’isola.
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