Gli aironi guardabuoi erano molto rari in Italia fino alla metà degli anni ’80, poi hanno iniziato a espandere il loro areale e oggi sono ben presenti in numerose zone umide. La maggior concentrazione di questi ardeidi risiede nella pianura padana e nel delta del Po. È una specie che sfrutta a dovere le risorse alimentari che l’ambiente offre e così è possibile osservare aironi guardabuoi nelle campagne, ma anche nei prati alla ricerca d’insetti. Sono proprio gli invertebrati le prede preferite e questa prerogativa li aveva resi celebri al tempo degli antichi egizi, poiché banchettavano con le cavallette, distruttrici di raccolti. Il nome deriva dall’abitudine che hanno questi uccelli di seguire il bestiame nei prati e catturare gli insetti alzati dal passaggio dell’animale. La più classica immagine del guardabuoi è quella dove documenta il piccolo ardeide tra le zampe o sul dorso di un animale domestico al pascolo, foto non difficile da ottenere a patto di trovare… bestiame al pascolo!
Nella campagna del ferrarese, invece, è più facile trovare i guardabuoi mentre seguono i trattori che arano. L’aratro, infatti, porta alla luce tantissimi invertebrati e in questa situazione i nostri pennuti impazziscono letteralmente e sono talmente presi nel catturare le prede portate in superficie, da transitare pericolosamente a pochi centimetri dall’enorme lama d’acciaio. In certe zone del delta del Po sono stati introdotti cavalli Camargue, poiché si adattano benissimo all’ambiente deltizio vivendo allo stato brado. Ovviamente questi animali attirano i guardabuoi proprio per le prerogative citate prima e, quindi, ogni tanto mi reco dove essi pascolano sperando di fare qualche foto interessante. L’immagine che vedete è stata ottenuta dall’automobile nei pressi di un agriturismo dove organizzano passeggiate sui cavalli. Quella mattina uno di essi era già occupato! Ho fotografato con Nikon D3s e obiettivo 300 mm f/2,8; tempo di posa 1/1000 a f/8. Leggera sottoesposizione per compensare il “difettuccio” della Nikon che tende a “sparare” i bianchi.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com