Il cioccolato è l’alimento preferito dai golosi per antonomasia. Ma non sempre fu così: per quanto il cacao fosse conosciuto e utilizzato sin dai tempi dei Maya, la sua trasformazione nel prodotto dolciario che noi tutti conosciamo venne molto tempo dopo. Fino al XVII secolo, infatti, il cacao era un prodotto di lusso in Europa, importato da terre esotiche e apprezzato soltanto dai nobili o da chi poteva permetterselo. Inoltre, le ricette che lo utilizzavano erano spesso ricche di altre spezie e aromi come il gelsomino, la vaniglia, la cannella o l’ambra grigia. Il sapore, in definitiva, era completamente diverso da quello della cioccolata che conosciamo oggi.
Fu però per merito del naturalista e medico Hans Sloane (1660-1753), del Royal College of Physicians, che la cioccolata calda assunse l’aspetto e il sapore che ci sono oggi familiari. Nel 1687, infatti, Sloane partecipò a una spedizione in Giamaica, passata al controllo britannico dopo una lunga dominazione spagnola. Lì lo scienziato studiò con attenzione la flora locale, descrivendola con cura e raccogliendo campioni di circa un migliaio di specie vegetali, in gran parte sconosciute agli europei.
Molti dei reperti raccolti si deteriorarono o vennero persi durante il viaggio di ritorno, ma buona parte delle specie individuate dallo scienziato vennero comunque illustrate dall’artista locale Garret Moore e poi, al ritorno di Sloane in Inghilterra, dall’estroso disegnatore olandese Everardhus Kikius e dal tedesco Elezear Albin.
Tra i campioni riportati in Inghilterra ci fu anche il cacao, che era già ampiamente utilizzato in Giamaica, ma principalmente per le sue proprietà medicinali. L’interesse per il suo potenziale come alimento, ai tempi, era decisamente minore. Lo stesso Sloane lo descrisse come «nauseabondo e difficile da digerire, probabilmente a causa della sua grande oleosità»: quello che aveva assaggiato, però, era un miscuglio piuttosto grezzo, ottenuto con acqua calda e semi di cacao.
Sloane, l’inventore della cioccolata calda
Lo scienziato, però, provò a rendere il prodotto maggiormente appetibile e scoprì che il latte caldo era la chiave per ottenere una bevanda particolarmente saporita. Introdusse la ricetta in madrepatria, e questa ebbe subito un grandissimo successo, al punto che da “bevanda degli dei”, come venne inizialmente chiamata per la sua natura aristocratica, divenne col passare del tempo un prodotto amato e consumato da tutti.
La cioccolata calda era stata ufficialmente inventata e la ricetta di Sloane, che venne da lui brevettata, gli garantì una cospicua ricchezza negli anni a venire. La ricetta originale di Sloane venne poi riutilizzata dalla famiglia Cadbury nel XIX secolo, i principali produttori di cioccolata in Gran Bretagna, trasformandola così nello standard, il punto di riferimento per la cioccolata calda di lì in avanti.
Hans Sloane però, al di là di questa eredità, sicuramente apprezzata dai golosi di tutto il mondo, fu anche un grande scienziato. Fu un botanico meticoloso e competente, e fu il primo scienziato a studiare e descrivere con cura la natura della Giamaica. Buona parte delle specie identificate e descritte da Sloane vennero incluse nel Systema Naturae di Linneo.
Venne nominato presidente del Royal College of Physicians, e come medico si prodigò nell’offrire centinaia di interventi chirurgici gratuiti. A Londra fondò il Foundling Hospital, con lo scopo di fornire cure mediche ai bambini abbandonati e si prodigò nel prevenire il vaiolo presso la popolazione locale. Fu anche uno straordinario collezionista: nella sua vita raccolse oltre 70.000 reperti di vario genere come libri, manoscritti, illustrazioni, monete e reperti di storia naturale. Una consistente porzione di questo lascito sarebbe poi andata a costituire buona parte del nucleo originario del Natural History Museum di Londra, del British Museum e della British Library, ancora oggi tre delle più importanti istituzioni culturali di tutta la nazione.
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