Un particolare tipo di blatta delle Filippine presenta un aspetto insolito per un insetto del suo genere: ha un corpo arrotondato e un colore rosso vivace con punteggiatura nera. La cosa di per sé è sorprendente, dato che l’aspetto vivace è solitamente caratteristica tipica degli insetti velenosi o tossici. Ma la nostra blatta è un animale del tutto innocuo. Perché allora l’evoluzione l’ha condotta ad avere un aspetto così appariscente, rendendola facile preda per qualche uccello insettivoro?
È presto detto: esiste una coccinella praticamente identica nell’aspetto, ma tossica e dal sapore sgradevole. Nel suo caso, l’evoluzione l’ha resa appariscente per avvisare potenziali predatori del pericolo. Dopo un primo, sgradevole assaggio, nessun uccellino attaccherà più i suoi simili. La blatta, per contro, ha scelto la via dell’imitazione: assumendo la stessa livrea della coccinella, si è garantita così un futuro sicuro. In questo caso si parla di mimetismo batesiano, un fenomeno diffusissimo nel mondo animale che prende il nome da un grande scienziato inglese dell’Ottocento, Henry Walter Bates (1825-1892).
Una vita in Amazzonia
Bates visse per molti anni in Amazzonia, dove dedicò gran parte dei suoi studi al variopinto e complesso mondo degli insetti. Osservò, descrisse e catalogò centinaia di specie sconosciute alla scienza, e gran parte dei suoi studi vennero poi raccolti nel libro “Il naturalista sul Rio delle Amazzoni” che divenne ben presto una lettura obbligata per gli esploratori che volessero avventurarsi in quelle terre. Eppure, il viaggio che gli garantì la celebrità negli ambienti accademici nacque da una scelta piuttosto impulsiva: quando aveva poco più di vent’anni e non aveva esplorato altro che le tranquille campagne inglesi, Bates decise di partire alla volta della giungla sudamericana in compagnia del suo amico e collega Alfred Russel Wallace, anche lui giovane e decisamente inesperto. Dopo un periodo di collaborazione, le strade dei due si separarono. Wallace tornò, con sorti alterne, in Inghilterra per poi avventurarsi nell’esplorazione del sudest asiatico, dove avrebbe tra l’altro abbozzato la teoria dell’evoluzione che poi sarebbe stata presentata congiuntamente con Darwin. Bates, per contro, rimase in Amazzonia per un periodo molto più lungo e legò il suo nome agli studi sul mimetismo, fenomeno alla base del comportamento di tantissimi animali e ancora oggi fonte di studio e meraviglia per naturalisti e ricercatori.
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