La mantide gigante asiatica (Hierodula tenuidentata) è arrivata anche in Italia; la popolazione presente nel nostro paese, ad oggi, sembra essere localizzata nelle campagne cremonesi e parmigiane, con densità di individui tuttavia considerevoli, come dimostrato dalla ricerca pubblicata su Biodiversity Journal e condotta da un team di ricerca tutto italiano composto da Roberto Battiston, Fausto Leandri, William Di Pietro e Simone Andria.
La specie alloctona alla conquista dell’Italia
La scoperta della presenza di Hierodula tenuidentata nel nostro Paese è sorta quasi per caso, come spiega a La Rivista della Natura Roberto Battiston: «Solitamente da fine agosto a fine ottobre sulle pagine dei social dedicate alla fotografia naturalistica o agli animali selvatici iniziano a comparire foto della mantide religiosa europea (Mantis religiosa). È questo infatti il momento dell’anno in cui questi insetti che da sempre esercitano un fascino particolare sulla cultura popolare diventano adulti e si palesano in tutta la loro misteriosa bellezza. Lo scorso autunno però sono iniziate a circolare alcune foto di mantidi strane e particolari che hanno catturato l’attenzione di alcuni media locali e hanno posto il problema se si trattasse di specie alloctone invasive o di migrazioni naturali di mantidi mediterranee. Il nostro gruppo di ricerca da qualche anno tiene sotto controllo la distribuzione delle mantidi italiane e dei ritrovamenti occasionali di specie esotiche, animali solitamente provenienti da aree tropicali, che mal si ambientano con i freddi inverni europei, e generalmente non durano qui da noi che il tempo di una singola estate».
Le foto hanno dunque dato la conferma e permesso di aggiungere il tassello mancante. «Già da qualche tempo stavamo studiando una popolazione della mantide gigante asiatica (Hierodula tenuidentata), specie in forte espansione negli ultimi anni nell’area dell’Europa orientale e del Caucaso, dove è nota con il nome di Hierodula transcaucasica, e presente nella Pianura Padana fin dal 2015. La scorsa estate, come appunto notato da un gran numero di appassionati e fotografi questa popolazione ha avuto una vera esplosione demografica, che ci ha permesso di completare le analisi e pubblicare i risultati dello studio sull’ultimo numero del Biodiversity Journal», spiega Battiston.
La specie, inoltre, parrebbe aver trovato nel microclima della Pianura Padana un ambiente adatto alla proliferazione. «Questa specie, che attraverso nuove analisi morfologiche abbiamo sinonimizzato con la Hierodula transcaucasica, è abituata a resistere ai rigidi inverni della Russia meridione e dell’Ucraina e sembra essersi acclimatata con facilità all’ambiente padano. La sua presenza in Emilia Romagna da almeno tre anni e la densità di individui ci hanno permesso quindi di descrivere la prima popolazione di mantidi alloctone in Italia».
Dannosa per l’uomo?
La domanda sorge spontanea: Hierodula tenuidentata è una specie potenzialmente pericolosa?
«Va ricordato che le mantidi non sono pericolose per l’uomo né dannose per l’agricoltura. Anzi, sono insetti molto utili – rassicura Battiston –. Al contrario sembrano essere buoni indicatori di ambienti ricchi di fauna e sono spesso usate nella lotta integrata contro parassiti delle piante».
La presenza in Italia della specie aliena potrebbe avere però ripercussioni sugli ecosistemi. «Bisogna però sottolineare che una specie alloctona liberata in natura, presumibilmente in questo caso attraverso vivai o merci provenienti dall’oriente, non è mai una buona cosa – racconta il ricercatore –. In questo caso i possibili problemi potrebbero arrivare dalla convivenza con le specie nostrane. Si tratta di una mantide di dimensioni notevoli (anche 8-9 cm da adulta), ben maggiori della comune Mantis religiosa o della piccola e ben più rara Ameles spallanzania, la mantide nana di Spallanzani che negli ultimi anni sta naturalmente risalendo l’Italia dai suoi habitat spiccatamente mediterranei. Le mantidi sono insetti voraci e cannibali e i feromoni che usano per attrarre i partner per l’accoppiamento non sono solitamente specie-specifici. È quindi facile immaginare che femmine di Hierodula potrebbero attrarre maschi di Mantis e quindi divorarli in buone quantità o comunque banchettare con una fauna padana non preparata a sfuggire loro. Abbiamo già osservato la mantide gigante asiatica in altri contesti predare anche piccoli vertebrati e il suo impatto sugli ecosistemi nostrani è tutto da verificare».
Proprio per questo il gruppo di ricerca sta ora preparando una nuova pubblicazione scientifica rivolta alla comunità italiana per coinvolgere la citizen science in un monitoraggio partecipato e capire come intervenire su questa problematica prima che diventi irrisolvibile.
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