Michele Lessona (1823-1894), originario di Venaria Reale vicino a Torino, fu uno dei più importanti e celebrati naturalisti e divulgatori scientifici dell’Ottocento in Italia. Figlio di un rinomato veterinario responsabile di una scuderia di cavalli dei Savoia, Lessona iniziò la sua carriera come medico, come fu per molti altri naturalisti del XIX secolo. La sua gioventù fu piuttosto travagliata: si allontanò dall’Italia insieme a Maria Ghignetti, sua futura moglie, poiché la sua famiglia si era opposta al loro matrimonio. I due viaggiarono insieme in Francia e a Malta, in Turchia e in Persia, per poi stabilirsi al Cairo in Egitto, dove Lessona diresse un ospedale locale. Purtroppo, sua moglie morì di colera e Lessona decise di tornare in Italia con la loro unica figlia, per dedicarsi alle scienze naturali.
Lessona fu forse il più attivo e prolifico promotore dell’opera di Darwin in Italia. Tradusse alcune delle sue opere (queste traduzioni, arricchite dal piacevole e, a tratti, piuttosto pittoresco italiano di metà Ottocento, sono reperibili in rete gratuitamente ai seguenti indirizzi: Diario di un naturalista intorno al mondo e L’origine dell’uomo e la scelta in rapporto col sesso). Inoltre, fu suo biografo e autore di numerosi articoli e conferenze dedicati allo scienziato di Shrewsbury e alla sua teoria. Fu un brillante narratore, e i suoi libri e articoli vennero celebrati per lungo tempo come uno dei più vividi esempi di divulgazione scientifica in Italia. Gran parte di queste sue opere vennero realizzate in collaborazione con la seconda moglie, Adele Masi. Nonostante il pregevole lavoro di Lessona e di altri ottimi traduttori come Giovanni Canestrini, Francesco Bassani o Giovanni Salimbeni, l’arrivo di Darwin in Italia fu comunque piuttosto travagliato e condito da qualche polemica, legata soprattutto alla posizione dell’uomo nel mondo naturale (qui si può trovare un interessante approfondimento di Telmo Pievani).
Di Michele Lessona si ricorda una grande produzione scientifica e una lunga e notevole carriera accademica: fu professore di svariate materie scientifiche tra cui zoologia, mineralogia e anatomia comparata; lavorò, a cavallo tra le guerre di indipendenza e l’unità d’Italia, in numerosi atenei tra cui Asti, Torino, Genova e Bologna. Fu anche un apprezzato conferenziere.
Ciononostante, il successo presso il grande pubblico arrivò grazie a un’opera che di scientifico aveva poco: Volere è potere. Questo era sostanzialmente un libro “commissionato” dal presidente del consiglio di quegli anni, Luigi Federico Menabrea, il quale richiese di creare l’analogo italiano di Self-Help dell’inglese Samuel Smiles, che aveva avuto un incredibile successo di vendite anche in Italia col titolo Chi si aiuta Dio l’aiuta, ovvero Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi in tutti i rami della umana attività. L’originale era una raccolta di conferenze che l’autore aveva fatto in giro per l’Inghilterra a ragazzi della classe operaia, per raccontare loro di come fosse possibile, con tenacia e dedizione, avere successo anche partendo da condizioni svantaggiate. Solo in Italia il libro di Smiles vendette 150.000 copie.
Così, il corrispettivo creato da Lessona fu una raccolta di esempi di successo tutti italiani, e venne pubblicato nel 1869. Il libro era una raccolta di biografie di politici, letterati, imprenditori, artisti di successo provenienti da ogni regione d’Italia, tutti accomunati da origini umili, su cui veniva incentrata la narrazione. Il libro ebbe un successo clamoroso e donò al suo autore una discreta celebrità. Di Lessona vennero apprezzate le capacità narrative e le idee progressiste, che nel libro emergevano bene. In particolare, il suo desiderio che l’ignoranza e l’analfabetismo venisse combattuto anche tra le classi più povere, e che anche le donne potessero accedere a un’istruzione superiore in modo da avere le stesse opportunità degli uomini. Nella parte finale della sua vita si dedicò alla politica, diventando prima consigliere comunale a Torino e poi senatore del Regno d’Italia. E così, anche se non grazie alla sua mirabile produzione scientifica o al suo contributo alla diffusione dell’evoluzionismo in Italia, un grande scienziato riuscì a ottenere una fama notevole presso il grande pubblico. Meglio di niente, tutto sommato.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com