La natura viene in soccorso di ogni abbandono e, là dove tutto manca, si ridà intera; rifiorisce e rinverdisce su tutte le rovine; ha l’edera per le pietre e l’amore per gli uomini. Profonda generosità dell’ombra.
Victor Hugo, “L’uomo che ride”
Questa è davvero un’esperienza che si può vivere quotidianamente, è sufficiente osservare.
Sia in città, sia in campagna non mancano angoli abbandonati dall’uomo che si ricoprono di verde: è la natura che si riappropria dei suoi spazi; soprattutto là dove le sono stati rubati ingiustamente, in quei luoghi in cui manca un certo equilibrio, proprio qui la natura si fa strada quasi più velocemente, come a dire: «Signori, nemmeno avete chiesto: “Permesso?”; adesso ci penso io».
O ancora, si può notare come attraverso il tempo molti siti antichi quali castelli, mura, necropoli, resti di palazzi siano stati in parte o totalmente ricoperti da piante, erba, foglie. Potrebbe quasi sembrare una rivincita, proprio come i primi mesi di chiusura completa a causa dell’emergenza sanitaria, durante la primavera 2020: sotto gli occhi di tutti la natura recuperava spazi persi da anni e anni; luoghi profanati dal progresso, dalla ricerca di un benessere effimero e dalla speculazione edilizia.
Spesso questo sogno si sgretola e la rivincita della natura sembra sempre avere i giorni contati. Ma cosa può significare realmente?
Sappiamo bene che la natura rinasce e pensando alle stagioni, simbolicamente, spesso l’uomo riconosce una ciclicità nella natura che egli stesso può solo ammirare e non potrà mai provare, se non spiritualmente. Proprio su questo fronte ci viene incontro Victor Hugo.
Il poeta francese rileva innanzitutto la capacità della natura di rinverdire su tutte le rovine; non solo, perché là dove tutto manca, si ridà intera. Perché quei luoghi che l’essere umano abbandona ritenendoli ormai inutili, sterili, senza profitto, per la natura sono un tesoro ed essa è in grado di riciclare, davvero, anzi, meglio ancora, rigenerare, anche se agli sguardi superficiali di molti questo può essere considerato disordine. La natura è ordine per eccellenza, il disordine le manca, per definizione ed essenza.
Quindi non esiste un vero e proprio luogo deserto, la presenza della natura è sempre palpabile. E andando in metafora, il salto è breve: come essa ricopre le pietre di edera, allo stesso tempo riversa amore per gli uomini, esattamente come una fonte di acqua pura e cristallina, rigenerante. Tutta questa generosità è senza prezzo, gratuita; motivo in più per tutelarla, invece che disprezzarla o distruggerla. Ma forse la natura desidera offrirci un’ulteriore lezione: uomo, impara a vivere i luoghi e non solo ad occuparli.
Laddove l’uomo abbandona, la natura dà nuova vita.
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