Alcune delle principali associazioni venatorie, appoggiate dai produttori di armi e munizioni, hanno inviato una nota ai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura chiedendo di intervenire politicamente sull’Ispra affinché, nei suoi pareri sui calendari venatori, autorizzi la caccia agli uccelli durante i periodi della migrazione prenuziale, vietata dalla direttiva Uccelli per i gravi impatti che determinerebbe a danno delle specie.
L’Istituto di ricerca fornisce i suoi pareri basandosi su criteri scientifici e seguendo il diritto europeo che li definisce nel documento ufficiale dei cosiddetti Key Concepts.
Le associazioni Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e WWF Italia sottolineano che si tratta di un’iniziativa gravissima, che si aggiunge a quella del 9 marzo scorso, con la quale sostanzialmente i cacciatori, gli armieri e gli esponenti politici di questo mondo, spingono il Governo a mettere a tacere l’Ispra, che a norma di legge è l’organo autonomo di consulenza scientifica per lo Stato, denigrandone l’operato e l’autorevolezza scientifica riconosciuta e apprezzata a livello internazionale.
«Abbiamo immediatamente scritto ai due ministeri – dichiarano le associazioni in un comunicato stampa diffuso dalla Lipu – ricordandogli che il loro compito è salvaguardare la biodiversità, che è un patrimonio di tutti, e che inoltre ignorino questa richiesta totalmente illegittima dal punto di vista normativo, grave sotto il profilo dei contenuti e del discredito che getta sull’Ispra ma anche per i toni e i modi utilizzati, irrituali e aggressivi».
L’iniziativa dei cacciatori e dei produttori di armi è un palese attacco all’autonomia della ricerca scientifica e pone il rischio concreto che venga attivata contro l’Italia robusta procedura di infrazione comunitaria.
«La richiesta che abbiamo trasmesso ai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, nonché per conoscenza al Presidente e alla Direttrice di Ispra, è quella di non solo di respingere le indebite pressioni, ma di adoperarsi per garantire la piena autonomia di Ispra, la corretta filiera dei pareri venatori e la vigilanza sui calendari regionali, al fine di una piena protezione degli uccelli, capitale naturale dello Stato e patrimonio indisponibile di biodiversità costituzionalmente tutelato» concludono le associazioni.
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