Come se non bastassero le fiamme sono arrivate anche le doppiette. Negli scorsi giorni, in Piemonte, sono stati registrati alcuni casi di cacciatori appostati intenzionalmente nelle zone di transito degli animali in fuga. Una vera e propria carneficina ai danni di animali già stremati dalla perdita del loro habitat naturale, come denunciato dalla Lipu. «Le aree percorse da incendi e le zone limitrofe devono essere tutelate in modo più rigido dai cacciatori», ha detto Riccardo Ferrari, consigliere della Lipu.
Già provati dalla siccità
I roghi divampati nelle aree della Valle di Susa e delle valli del Pinerolese, ma anche nel Cuneese e nel Torinese, hanno quasi sempre matrice dolosa. Ad aggravare la situazione c’è il lungo periodo siccitoso, che ha già messo a dura prova i boschi e gli ecosistemi montani.
Caccia sospesa in Piemonte
Intanto, la Giunta regionale piemontese ha disposto la sospensione della caccia nei comprensori alpini colpiti dagli incendi e nelle aree limitrofe.
La caccia sarà dunque sospesa fino al 30 novembre, con possibilità di modifica per la situazione di rischio e l’andamento climatico, nei comprensori alpini TO1 (Valli Pellice, Chisone e Germanasca), TO3 (Bassa Valsusa e Val Sangone), TO5 (Valli Orco, Soana e Chiusella), CN2 (Valle Varaita) e CN4 (Valle Stura).
Fino al 10 novembre, invece, non si potrà cacciare nei comprensori alpini TO2 (Alta Valsusa) e TO4 (Valli di Lanzo) e gli ambiti territoriali TO1 (Eporediese), TO2 (Basso Canavese) e TO3 (Pinerolese).
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