La risposta alle domande degli scienziati su quale sia stato il percorso evolutivo dell’esoscheletro dei moderni artropodi – la struttura che protegge, tra gli altri, scorpioni, aragoste e coccinelle – sta racchiuso in due cervelli fossili risalenti a oltre 500 milioni di anni fa.
Lo studio, che è stato condotto dal ricercatore dell’Università di Cambridge Javier Ortega – Hernandez e pubblicato sul Jornal of Current Biology, si è concentrato sulla sclera anteriore, la struttura ovale riscontrata in prossimità dei bulbi oculari di questi fossili.
La struttura aveva a lungo fatto scervellare gli esperti, poiché non presente in tutti gli esemplari analizzati. Ma ora, i cervelli fossilizzati hanno aiutato a risolvere il mistero. Un’analisi della sclera ha dimostrato come questa fosse associata al bulbo oculare degli esemplari e alla regione anteriore del cervello. Il ricercatore ha spiegato: “Uno degli esemplari fossili è di un trilobita mentre l’altro, Odaraia alata, ha una forma che ricorda quella di un sottomarino. Sappiamo che gli antenati dei trilobiti avevano un corpo molle che ricordava quello di un verme con le zampe. Nel percorso evolutivo è poi comparso l’esoscheletro e questo cambiamento è riconducibile all’organizzazione della regione cerebrale“.
I fossili analizzati da Ortega – Hernandez sono stati rivenuti nel giacimento canadese di Burghess, in British Columbia. La datazione approssimativa rimanda a 500 milioni di anni fa, ciò significa che gli animali sono vissuti nel Cambriano medio.
I fossili di cervello sono rari, ma non del tutto sconosciuti. Il più antico di questi è stato rinvenuto in Cina e si stima abbia 520 milioni di anni. Affinché la materia cerebrale si fossilizzi, sono necessarie condizioni ben precise: l’animale deve essere subito seppellito in condizioni di scarsità d’ossigeno, ma al contempo, devono esistere alti livelli di minerali quali il carbonio.
“La ricerca aiuterà a chiarire come gli arti degli artropodi si sono evoluti. – ha concluso lo studioso – Ma non solo: i nuovi dati collegano due campi fino ad ora rimasti distanti, quello della neurologia e della paleontologia”.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com