Il Mare di Barents, a Nord della Norvegia, è una delle regioni marine dove si sta verificando in maniera eclatante il cambiamento della distribuzione dei pesci artici. Uno studio pubblicato su PNAS ha preso in esame 52 specie di pesci che vivono nei fondali dell’Artico e che si nutrono di crostacei e invertebrati ed è stato notato che queste vengono gradualmente sostituite dall’arrivo di specie boreali, principalmente generaliste, come il merluzzo e l’eglefino, che mangiano pesci artici più piccoli e competono con le specie autoctone, creando potenzialmente uno squilibrio nel sistema alimentare.
Questi pesci boreali sono stati documentati mentre si spostano nell’Artico nordamericano e nell’Artico eurasiatico.
Nuovi territori di pesca
La ricercatrice Maria Fossheim dell’Institute of Marine Research (IMR) ha così spiegato il fenomeno di espansione: «Mentre il Nord Atlantico si sta riscaldando, il merluzzo si sta espandendo verso nord. Ora c’è più spazio da occupare nel Mare di Barents e c’è più cibo. In passato, le temperature sotto lo zero e il ghiaccio marino hanno ostacolato la loro avanzata nell’Artico».
Gran parte di questo cambiamento climatico che influisce sulla distribuzione delle specie ittiche polari si sta verificando vicino ai mari poco profondi della piattaforma continentale al confine con l’Oceano Artico centrale, aree tradizionalmente trascurate dalle grandi flotte pescherecce del mondo anche perché il pesce commercialmente desiderabile lì era scarso.
Le pressioni sull’Artico
Inevitabilmente, dicono gli scienziati e gli esperti che studiano i riflessi sulla pesca commerciale, questa mossa da parte di specie come merluzzo ed eglefino attirerà le flotte pescherecce verso nord, esercitando nuove pressioni ambientali sulle acque ad alta latitudine.
Entro la fine del secolo, è probabile che tali cambiamenti si facciano sentire in ogni nodo della catena alimentare artica, sebbene sia impossibile prevedere con precisione come sarà il bioma marino polare radicalmente alterato.
L’Artico si scioglie, il riscaldamento del mare porterà lo sfruttamento della pesca a estendersi ancora più a Nord, anche questo inciderà sullo sfruttamento sconsiderato che potrebbe far scomparire la biodiversità artica.
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