La robotica spesso si ispira alla natura, specialmente quando si parla di tecnologie per il monitoraggio ambientale.
Dal 2016 una flotta di 120 pesci robot popolerà la Laguna di Venezia.
I mini sottomarini, creati per adattarsi in vari modi alle condizioni e alla fauna lagunare, saranno in grado di raccogliere dati riguardo la temperatura dell’acqua, la concentrazione di ossigeno, la salinità, l’alcalinità, la turbolenza e le correnti, la densità e torbidità delle acque.
I robot, che saranno anche in grado di scattare fotografie alla flora e la fauna della laguna, sono di tre tipologie diverse, con altrettante funzioni e altrettante fonti di ispirazione naturali:
Gli “aFish”, lunghi all’incirca 30cm, sono ispirati ai pesci veri e propri, sono idrodinamici, slanciati e agili.
Gli “aMussels”, che riprendono le sembianze delle cozze, sono dotati di un guscio protettivo e sono stati progettati per posarsi sui fondali marini, raccogliere i dati e spostarsi con le correnti.
Gli “aPads”, ispirati alle ninfee, galleggiano in superficie e sono in grado di cambiare la direzione delle loro foglie a seconda del movimento del sole, per ottenere energia.
I pesci robot sono il risultato del progetto “subCULTron”, finanziato dalla Comunità europea, che vede al lavoro un’equipe internazionale di scienziati diretti dallo zoologo Thomas Schmickl, ricercatore dell’Artificial Life Lab dell’Università di Graz. I dati raccolti al termine del progetto saranno disponibili anche su Google Maps, quindi consultabili da tutti.
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