L’affascinante bellezza della Laguna di Venezia, purtroppo, è troppo spesso offesa da veri e propri atti criminosi, drammi dell’arroganza e dell’impunità.
Ci riferiamo in particolare a quanto è successo negli ultimi giorni di gennaio 2017, alla chiusura della stagione venatoria, quando sono state abbattute illegalmente e sequestrate dalla Polizia ambientale della ex Provincia di Venezia – in Valle Grassabò, nella Laguna nord di Venezia – 28 oche, di cui cinque lombardelle e ben 23 selvatiche. Nello stesso giorno sono stati sequestrati 150 uccelli abbattuti in numero eccedente il consentito.
Vale a dire che nelle valli di cui non ci stanchiamo di celebrare la bellezza, le stesse in cui qualche anno fa nidificarono i fenicotteri (che ora vengono quotidianamente disturbati per impedire loro di rifarlo!) si consumano crimini contro la Fauna selvatica che quasi sempre rimangono impuniti. Crimini che sono sempre opera di cacciatori, non di bracconieri, ma di cacciatori con regolare licenza, che si divertono a sparare anche ad uccelli di specie protette abbattendole a decine e, come detto, si fanno beffe pure dei limiti di prede consentite per riempire il loro carniere (25 capi) uccidendo molti più uccelli. Il fatto è che le valli da pesca sono sempre state luoghi di caccia fuori controllo, terra di nessuno, anzi, regno dei soliti privilegiati, perché l’accesso in una valle viene pagato anche migliaia di euro l’anno, a seconda dei servizi dei quali si usufruisce per il proprio “hobby”.
Ma che significa l’abbattimento di 28 oche. Significa semplicemente che questi signori facoltosi, espressione emblematica del mancato rispetto delle regole, hanno annullato l’insediamento di una piccola colonia di oche selvatiche nidificanti avvenuto in Valle Grassabò circa dieci anni fa. Così, per divertirsi, hanno danneggiato irreversibilmente un ecosistema.
Ma d’altra parte, le associazioni venatorie ancora oggi affermano che sono i cacciatori i veri difensori dell’ambiente, sono i cacciatori che garantiscono l’equilibrio ecologico; ecco perché ogni anno uccidono decine e decine di migliaia di uccelli in Laguna (e non solo).
Il grosso problema in Italia, in particolare nel Veneto, è che la caccia è ancora sostenuta a livello politico, visto poi che tra i nostri amministratori ci sono accaniti cacciatori. Nonostante questo, in fin dei conti, la caccia è un’attività agonizzante, volta a un tramonto lungo, ma inesorabile e i cacciatori a livello nazionale stanno calando (fortunatamente) di numero anno dopo anno, sono in via d’estinzione, l’unica scomparsa di una “specie” di cui non sentiremo la mancanza.
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