Il cambio elettronico a 12 rapporti, come i freni a disco è diventato un accessorio presente su quasi tutte le biciclette da corsa di buon livello.
Per funzionare necessita di 3 batterie. La principale, ricaricabile, è inserita nel tubo reggisella, le altre due, a bottone, sono poste in una scatolina all’interno delle leve, hanno il compito di trasmettere l’impulso wireless e sono sostituibili.
Attenzione alla durata
Purtroppo, la durata di queste batterie non è infinita. La carica di quella del cambio si controlla mediante un pulsante che attiva un led che ne indica lo stato. Va ricaricata comunque ogni 20-25 uscite per non rischiare il blocco del cambio.
Le altre due durano parecchio (circa un anno), ma sono più subdole, perché non ti avvisano in alcun modo e ti mollano all’improvviso lasciando il cambio completamente inerme… parlo per esperienza personale.
12 rapporti
Non ritengo indispensabili i 12 rapporti per un uso amatoriale della bicicletta, comunque funzionano e si inseriscono regolarmente.
Analizziamo ora i pro e i contro del cambio elettronico
I “pro” del cambio elettronico
- La velocità di cambiata
- La precisione di cambiata senza rumori o rifiuti
- L’assenza di guaine e cavi tra leve e cambio
- La manutenzione meno frequente rispetto al cambio meccanico.
I “contro” del cambio elettronico
- Il prezzo d’acquisto notevole
- Le batterie si scaricano all’improvviso bloccando le cambiate
- L’impossibilità di cambiare rapporto manualmente in caso di guasto
- La minor robustezza rispetto a un cambio meccanico
- La scarsa utilità della modalità automatica o semi automatica
- L’impossibilità di cambiare due rapporti contemporaneamente
- Le leve di comando del cambio si confondono facilmente
Entriamo nel dettaglio
Il fatto che il cambio elettronico mantenga la sua posizione, in caso di malfunzionamento o con batterie scariche, rende impossibile spostarlo manualmente su un altro rapporto.
Se nel cambio manuale il movimento era dato dai cavi e da una robusta molla metallica, su quello elettronico il movimento è trasmesso da un piccolo albero in plastica, agile e leggero, ma come tale estremamente fragile (vedi foto). Una pressione laterale sul blocco cambio, magari rimontando la ruota posteriore, può facilmente provocare la rottura di questo alberino, con conseguente compromissione del deragliatore posteriore che, non potendosi riparare, andrà sostituito.
Un paio di consigli
Nel caso di smontaggio della ruota posteriore, prima di agire ricordarsi sempre di spostare il cambio sul rapporto più piccolo. Mentre davanti è corretto lasciarlo sulla corona maggiore. L’unico movimento consentito per rimontare la ruota posteriore è quello di spostare il braccio porta catena in avanti, facendo perno con due sole dita (vedi foto).
Parliamo di leve di comando
Per quanto riguarda le 4 leve che trasmettono il comando al cambio, sono molto ravvicinate e si muovono tutte nella medesima direzione. Possiedono forme vagamente diverse con differenti zigrinature. Se siete a mani nude – e dopo mesi di utilizzo –, avrete qualche possibilità di azzeccare la cambiata voluta al primo colpo. In inverno, indossando guanti pesanti, bisogna fare un grande sforzo di concentrazione, per non sbagliare.
Quindi la rapidità e la precisione del cambio elettronico sono inficiate dal probabile errore umano, specialmente se le condizioni della strada richiedono una cambiata repentina.
In conclusione
Come recita un saggio detto, sempre valido, “quello che non c’è non si può rompere”… Personalmente reputo il cambio elettronico un accessorio non indispensabile per l’uso amatoriale della bicicletta da corsa. La sua incidenza sul prezzo, unita alla possibilità che il cambio si blocchi per quanto sopra indicato, mi fanno optare per il cambio meccanico tradizionale che mi garantisce di tornare a casa pedalando. E non dovendo spingere la mia amata bicicletta.
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