Ecco un nuovo articolo tratto da Rivista Natura Air – il magazine digitale di Edinat
I tarahumara – i “piedi leggeri” che abitano le montagne della Sierra Madre, in Messico – suscitano molto interesse, soprattutto da parte della medicina sportiva, per la loro incredibile resistenza nella corsa podistica. Infatti, nel campo delle ultramaratone (da due a quattro maratone consecutive senza soste) non hanno rivali al mondo. Sono state raccontate storie leggendarie sulla loro incredibile resistenza alla corsa, ma una cosa è certa: corrono anche centinaia di chilometri di fila e lo fanno anche in tarda età, senza soffrire per nessuno degli infortuni comuni tra i corridori occidentali.
Le ragioni della loro incredibile attitudine alla corsa di resistenza sono sicuramente da attribuire principalmente a due fattori: il primo è la dieta ricca di fibre, cereali e legumi e povera di proteine animali; il secondo fattore è quello che ha destato più curiosità nel mondo podistico. I tarahumara corrono con dei sandali, chiamati huarache, composti da una suola di gomma ricavata da vecchi pneumatici e da un’unica stringa di cuoio, sapientemente allacciata. Lo scopo del sandalo è semplicemente quello di proteggere il piede dalle rocce taglienti disseminate sui loro sentieri, ma assolutamente non quello di correggere la postura del piede, come avviene con le nostre scarpe “superammortizzate”. Così facendo, la falcata sfrutta la flessione naturale data dalla morfologia del piede e dell’arco plantare, senza caricare ginocchia e schiena. Risultato: nessun tarahumara soffre di tendiniti, lombalgie e problemi articolari.
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